lunedì 31 dicembre 2012

My darling friend, the end

Ebbene sì, è arrivata la fine di questo blog. In realtà il mio "Intanto a Helsinki" è terminato da parecchi giorni ma non avevo ancora avuto un po' di tempo per fermarmi a lasciare un pensiero conclusivo che sia degno di questo nome. E il finire dell'anno mi sembra una buona occasione per tirare un po' di somme e mettere la parola Fine ai capitoli chiusi.
Helsinki è uno di questi, non l'unico ovviamente. Ogni anno faccio mentalmente e non, la "conta dei morti" praticamente dei 365 giorni passati, per vedere se è cambiato qualcosa e come.

Mi risulta un po' difficile però tirare le conclusioni da questa esperienza. Ok, ultimamente sono anche un po' sgrammaticata nel parlare (e nel pensare), salto di palo in frasca quando parlo e ho la concentrazione di un bambino iperattivo (cioè molto poca). Devo avere qualche disturbo dell'attenzione dice Sci (e credo abbia ragione). Infatti, dicevo... sì, Helsinki.
Credo non mi metterò a fare il "bollettino" delle cose belle e brutte, sicuramente mi porto dietro tante cose, persone, posti, emozioni (il panico e l'ansia da prestazione sono le più frequenti!) che in qualche modo mi hanno segnato, non so ancora come e quanto in realtà.

Il ritorno alla vita "normale" (se così si può definire) è stato un po' complesso; tuttora mi sento ancora un po' stordita da tutti questi viaggi, spostamenti di corpo e di mente. Mi sento ancora in uno di quei famosi transitori di cui parlavo, come se da un giorno all'altro dovessi di nuovo fare le valigie e andare via; e chissà che non sia così davvero. 

Si chiude anche un anno. Ormai ho perso l'ingenuità (e forse anche la speranza) per poter dire che l'anno prossimo sarà sempre migliore, che ci saranno nuove bla bla bla e nuovi etc etc etc.
Sicuramente quello trascorso è stato denso. Denso. Non voglio esprimere altro, chi mi conosce e chi l'ha vissuto con me sa più che bene com'è stato...e come ancora è. Non credo sarà una data su un calendario a cambiare le cose, a fare "tabula rasa" per poterci scrivere altre storie, altre emozioni, altre "densità".. ma sicuramente può essere un buono slancio per una mentalità più positiva e aperta alle novità che verranno. So, welcome 2013!

Questo capodanno doveva essere diverso. Doveva rientrare nella serie di quei progetti futuri che sono venuti meno. E in qualche modo sarà diverso. E sarà bello, sarò con chi voglio perché ho scelto di investire su qualcosa (e qualcuno), che resta, che sia il 2012, il 2003 o il 2013.

Questo blog spesso è stato il mio sfogo nei momenti più difficili del mio periodo lontana, non tanto perché potevo digitare qualche carattere su un foglio bianco; perché sapevo che dall'altra parte qualcuno si sarebbe interessato a me, a quello che combinavo, a come stavo e, a suo modo, mi sarebbe stato vicino, chi più intensamente e chi più silenziosamente, ma con costanza. 
Quindi, semplicemente, Grazie.

Moi Moi Helsinki ja Kiitos.

martedì 18 dicembre 2012

Transitori che transitano

Quest'anno me lo sono chiesto spesso, ma oggi penso di averlo ripetuto un milione di volte: "Perché sono così idiota??".
Si suppone che sia un ingegnere eppure non so fare neanche due conti a spanne, così quando son tornata in Italia ho lasciato a casa il borsone che uso come bagaglio a mano perché "tanto 2 valigie sono sufficienti". Genio.
Quindi è tutto il giorno che mi sto lanciando maledizioni.
Sono quasi arrivata alla fine del tunnel, come sempre mancano le cose dal bagno e il pigiama per chiudere la valigia e potermi sentire un minimo in pace; questo ovviamente succederà domani mattina, quindi la pace verrà subito rimpiazzata dall'ansia del viaggio. Quanti problemi, eh?

Bypassando per un attimo l'aspetto logistico, stamattina sono stata in giro per l'ultima volta a godere del piacevolissimo clima (temperatura: -7; precipitazioni nevose: a tratti e abbondanti) per prendere le ultime cose prima di partire (magari avessi pensato prima a quanto spazio avevo effettivamente a disposizione....).
Ho cercato di fare come faccio sempre il giorno prima delle partenze, di catturare e trattenere negli occhi, imprimere nella mente, tutto quello che vedo e che è stata la mia routine negli ultimi due mesi. 
E' stato strano, è sempre strano. Anche lasciare un posto sofferto fa venire un po' di quella malinconia che conosciamo bene. 
Quella dei transitori, come la chiamo io. 
Quella che viene alla fine (e a volte anche all'inizio) di qualche nuovo viaggio o nuova esperienza in generale. E' quella che ti rimane sulla pelle un po', non troppo, il giusto tempo per riadattarsi a uno status quo che faccia uscire dal transitorio.

Ecco, penso sia evidente che io i transitori li vivo malissimo. Che sia un viaggio, la partenza di qualcuno, un trasferimento o una rottura; qualsiasi evento che occorra turbando il mio status quo, io lo vivo malissimo. Eppure se ci penso, raramente posso dire di essere a "regime" (ecco l'ingegneria che emerge - non so fare le valigie ma usarla per dire un sacco di cazzate, sì). 
Mi sembra sempre di essere in attesa di quello che verrà dopo, con la mente perennemente proiettata avanti - o almeno, è così da parecchi mesi. Mi piacerebbe poter stare nel "qui, adesso" e riuscire a starci bene; questo attualmente lo considero il mio compito delle vacanze.

Domani sarà quindi l'ennesimo transitorio; non solo finisce il mio periodo all'estero, la mia esperienza da studente un po' "più fuori" sede... si chiude anche un capitolo mentalmente, quello in cui ero ancora una studentessa, per uno in cui dovrò mettermi effettivamente a cercare un lavoro, una casa, perché di rimanere con le mani in mano e aspettare la manna dal cielo non ne sono capace. 
Si chiude un capitolo durato 5 anni, in cui inizierò a sentirmi un po' più estranea al posto dove vivo perché ormai mi appartiene sempre di meno; è un processo che è iniziato già con il cambio di "famiglia", con l'abbandono di alcuni elementi importanti nella mia vita da collegiale e domani sarà la volta di un altro. 
Un pezzo un po' speciale. Che, in bene e in male, ha reso il collegio quello che è ora, e quello che è stato per me. Forse non dovrei parlarne per via dello "storico" trascorso, ma anche non esistesse credo che avrebbe avuto lo stesso effetto  
L'anno scorso è successo lo stesso, era un pezzo con cui ho iniziato la mia vita torinese passando le notti in portineria o a guardare Grandi Progetti, quando ancora ero "la sorella di Marco"; ma ora indubbiamente sarà diverso. Sarà diverso anche perché mi sembra un po' come lo start di un conto alla rovescia che toccherà affrontare anche a me probabilmente, prima di quanto mi possa rendere conto.

Diverso è bello dicono. I cambiamenti fanno bene, di conseguenza anche i transitori. 
Ma se si vive di transitori, quand'è che uno può definirsi "stabile"? Io non lo so ancora, e voi?

PS. Sì, le partenze mi rendono sempre molto pensierosa. Anteeksi :)

lunedì 17 dicembre 2012

Sgoccioli

Siamo agli sgoccioli. 
Tra poco andrò di là per il "Farewell coffee" con gli altri del dipartimento, da buona italianotta ho portato un panettone e un pandoro per festeggiare.
La mia fanatica religiosa preferita partirà nel pomeriggio quindi per le ultime 48 ore potrò godermi un po' di pace nella mia casetta finlandese. 

Sono un po' triste oggi. Non so bene il motivo. Mi sembra di avere ancora 24759 cose da fare prima di partire, ma avrei solo voglia di starmene sotto il piumone (ovviamente sono due giorni che c'è la bufera).
Un po' mi consola l'idea di tornare a casetta a farmi viziare da mamma e papà (sicuro mi ingozzeranno come un maialino, olè), sperando non si ripetano quelle domande imbarazzanti come ieri sera che da una parte mi fanno tornare a quando avevo 12 anni e la mamma mi chiedeva se avevo "una simpatia", dall'altra mi fanno deprimere profondamente pensando ai recenti sviluppi nella mia vita.

Ma come si dice, c'est la vie... l'altro giorno ero molto indecisa se applicare o meno per un lavoro all'estero a partire da gennaio, ma credo di dover smettere di fare la trottola come sto facendo da tipo tutto quest'anno, fermarmi un attimo, respirare (se si riesce) e capire da che parte andare. Continuare a fare disfare partire tornare non aiuta molto. La tentazione di scappare e mollare tutto a se stesso è forte, non lo nego. Ma dubito sarebbe costruttivo sul lungo termine.

Per il resto non ho molto da dire, sto pensando ai regali di Natale che solitamente mi mettono di buon umore (tolto un buon substrato di stress da last-minute) e a tutte le persone che rivedrò tornata a casa (e a quelle che non rivedrò fino all'anno nuovo, sempre se Dio vuole). 
E niente, era un piccolo aggiornamento, ora io, il mio pandoro e il mio panettone ci traslochiamo nella saletta del caffè. 
Anche il tempo di vita di questo blog sta per finire, ma credo che in questi due giorni potrei trovare ancora qualcosa da dire. Stay tuned!

sabato 15 dicembre 2012

Apocalypse and pink nails

E' arrivata la mia padrona di casa. Per una serie di circostanze vivrà qui fino a lunedì ed effettivamente ero un po' preoccupata dalla faccenda. Ieri rientro da Espoo e so che la troverò in casa, guardo la finestra, la luce è accesa e mi preparo psicologicamente a conoscere questa 60enne finlandese.
Entro in casa, mando un saluto generale e vedo emergere dal salotto questa donna biondissima, occhi azzurri (ovviamente), smalto FUCSIA con solo una lunga t-shirt addosso. Stava facendo un pisolino e ovviamente, l'ho interrotta. Dimostra si e no 45 anni e parla un sacco. 
Penso "Toh, guarda com'è avanti, magari ne esce anche un week end piacevole".
Dopo 10 minuti che parliamo arriva il primo segnale di allarme. 
"...and this EU things?! Why should we decide all together and do all the same thing? What was wrong in deciding each one for himself?!". 
Fantastico, una nazionalista. E io che sono una Euro-entusiasta. 
L'unica cosa che so rispondere è la frase più diplomatica quando non vuoi dire all'altro che ha detto una cazzata anche se ne sei fermamente convinto. "Different points of view, I guess".
Per il resto ci salutiamo e non ci becchiamo tutta la sera. Ottimo.

Stamattina mi alzo tardi, lei esce  e quando rientra sto per buttare la pasta, vuoi mica che non le chieda di pranzare con me? E certo, sono una gentile io.

Ecco, le situazioni peggiori accadono sempre quando uno non se le aspetta (già..!). 
Il pranzo dura 3 ore e mezza. Dopo 20 minuti volevo scappare.
Sì perché, ovviamente, con tutte le persone che esistono su questa terra (ok, in Finlandia ne esistono un po' meno), io son dovuta capitare con la fanatica religiosa. Io. Che odio a prescindere tutti gli inefrvorati di qualsiasi Dio. Awesome. Vabbè dai, al massimo mi sparo un po' di catechismo luterano a pranzo, tutta cultura. 
Introduce l'argomento (alla cui sostanza arriverà dopo 3 ore) dicendo che tutto l'assetto politico attuale in realtà era già scritto nella Bibbia. La Bibbia spiega tutto. E lei spiega tutto agitando le mani. Le mani con lo smalto fucsia.

Non saprei neanche raccontarvi nel dettaglio tutto quello che mi ha detto ma proverò a riassumerlo:

1. L'apocallisse sta per arrivare. Sono passati 6000 anni da Adamo ed Eva (....io odio i creazionisti) e tenendo conto della ricorrenza del numero 7 nella bibbia e di alcuni calcoli MATEMATICI, presto arriverà il settimo periodo in cui potremo trovare la pace (ma solo dopo che Dio avrà punito tutti gli infedeli eh!). 
Il tutto solo dopo l'avvento dell'AntiCristo che sarà un rappresentate politico (indovinate chi mi è venuto subito in mente!) che sarà a capo di tutte le forze del mondo che si saranno unite (vedi UE) a discapito dei piccoli gruppi e che verrà gettato del lago di fuoco (sì proprio così) con la seconda venuta di Gesù.

2. Israele vs Palestina. Sostiene: i poveri israeliani che cosa ci possono fare se sono circondati da tutti questi arabi cattivi? I palestinesi non possono andarsene dai loro fratelli arabi e lasciare il popolo di Dio tranquillo dove gli spetta? E invece no, li devono perseguitare, già che hanno meno terre di quelle che Dio aveva loro promesso. Le faccio presente che anche loro stanno ammazzando gente a destra e manca. 

Mi dice "E certo, si dovranno pur difendere no?!".

3. La cosa che poi mi da i brividi sono le spiegazioni presumibilmente scientifiche delle storie bibliche. Il diluvio. Ah, bello quello. Un sacco d'acqua, la barca, Noè, l'arca, i liocorni etc. Ecco, il diluvio è il motivo per cui la nostra vita è così breve. Sì perché è breve. In fondo, prima del diluvio, la gente come Matusalemme (me l'ha detto davvero, giuro, non sto inventando) viveva 900 anni. 900. 

Ma Dio dopo il diluvio ha detto che 120 sarebbero sufficienti (e nel dirlo non si spiegava come attualmente la gente in realtà non campi spesso oltre i 100). 
Ecco, il diluvio ha causato questa abbassamento dell'età media (??) perché tutta l'acqua che è venuta ha allargato il diametro medio della terra. Di conseguenza lo strato di aria sopra le nostre testa è più sottile di quello pre-diluvio. Quindi moriamo prima per via dei raggi solari, dell'aria diversa, delle cellule che si rovinano, delle condizioni fisiologiche insomma. 
Mi ha anche dato una spiegazione ambientale al diluvio, della possibilità che la terra avesse degli anelli come Saturno che fossero fatti di polvere di ghiaccio che una volta sciolto ha provocato il diluvio. Oppure che la deriva dei continenti abbia fatto sgorgare nuove fonti di acqua/vapore ad alta pressione che raggiungendo l'atmosfera si sono condensate e ricadute in terra sotto forma di piogge.

4. Sempre la questione israelo-palestiniana: è colpa dei figli di Abramo, Ismaele e Isacco. Il primo era semi-illegittimo (figlio da una schiava egiziana che quindi si collega alla stirpe araba) di conseguenza non doveva aver diritto alle ricchezze di Abramo (=comunità ebrea). Lei capisce gli Arabi ce l'hanno con Israele perchè si son sentiti tagliati fuori dalla spartizione della famiglia (??) ma alla fine non è che gli spettava niente. Anzi, Israele per mantenere la pace ha regalato loro territori a destra e manca pur di starsene tranquillo, ma ora è ridotto a un territorio piccolissimo e questi palestinesi sono in mezzo alle balle (detto in parole povere).


5. Il top è stato parlando dell'America...di questi democratici e liberali che non sono altro che dei comunistoni e "this Obama thing then....blah!"...tutta questa integrazione, questa accoglienza...la cittadinanza alle seconde generazioni degli arabi che vivono lì? Inconcepibile! (Io giuro, non ho idea delle smorfie che la mia faccia faceva nel mentre). E d'altra parte in Europa, tutti che vogliono questa Unione per decidere insieme, essere un'unica grande nazione....questo non fa altro che aiutare la venuta dell'Anticristo!


Questo sarà il post più lungo della storia probabilmente perché ci sono così tante cose che ha detto che mi hanno sconvolto che devo condividerle con qualcuno - possibilmente sano di mente - perché se no penso di essere io quella poco normale.

Fatto sta che penso si sia capito che non sono propriamente in linea con le sue idee, ho paura che mi uccida nel sonno.

Non so come concludere questo post. Penso che concluderò con la stessa frase con cui ho concluso la lezione di catechismo luterano post-pranzo.

"It's....impressive!"

venerdì 14 dicembre 2012

Never ending day

Ieri è stata una di quelle giornate senza fine. Quelle in cui ti alzi e non sai quando andrai a dormire e soprattutto, cosa succederà nel mentre.

E' iniziata con la presentazione del lavoro di ricerca a conclusione del periodo passato qui a Helsinki. Inutile ricordare il panico provocatomi dal public speaking; tuttavia me la sono cavata discretamente e posso ritenermi soddisfatta. Raramente nelle università italiane riceviamo l'attenzione dovuta per le nostre ricerche o tesi che siano; incredibilmente invece, ieri mi sono sentita come quando si fa qualcosa di utile, di interessante, che possa far scattare qualche lampadina nelle testoline altrui. E' stato molto appagante, sicuramente più di quanto lo sarà il giorno della mia laurea, almeno a livello di partecipazione cerebrale. Quindi, nonostante qualche intoppo sulla lingua, sono molto contenta di aver superato questa prova, in primis personale più che professionale (se il giorno della discussione al Poli sono agitata mi auto-prendo a schiaffi!).

Dopo pranzo si è dato ufficialmente il via all' IMI Christmas Party organizzato da me, Matti ed Eeva. Non credevo sarebbe stato così..intenso! Prime due ore di workshop e team building estremamente costruttivo, mi piacerebbe poter ritrovare questi approcci al lavoro una volta tornata in Italia; persone che non vivono per lavorare e che attraverso il lavoro si arricchiscono reciprocamente, è stata una bellissima esperienza. 
Finita la parte di substance è iniziata quella vera e propria di festa: partita all'ultima pallina al Glowing Paintball. Risultato: male a tutti i muscoli e lividi violacei perfettamente tondi su circa il 70% del corpo. Perché delle cose così morbide devono fare così male?!
Come ho detto a Tea quando mi ha chiesto cosa ne pensavo "Great!....well, painful, but great!". 

Dopo il paintball primo approccio in assoluto con la sauna. E dove iniziare se non in Finlandia? Ok, non è stata un successone, tipo avevo i polmoni che andavano a fuoco, ma è stata anche questa un'esperienza....interessante diciamo. Soprattutto la questione riguardante la nudità a cui decisamente non ero abituata, non so se sono io o gli italiani in generale.
Dopo un momento di svacco e discorsi da donne (sul fatto che per le finlandesi gli italiani si vestono benissimo - e ok, rispetto allo stile che hanno qua sono d'accordo - e gli uomini mori sono il top! - ecco magari su questo qualche dubbio...) ci si sposta in centro al ristorante per proseguire la cena intervallata da momenti di gioco tra cui il tanto atteso...Mercante in Fiera! Temevo che si sarebbero annoiati (soprattutto giocando senza soldi) e invece è stato un successo! Erano davvero coinvolti e curiosi di immergersi in un pezzo di tradizione italiana, a parte qualche problema nello spiegare le regole (non credo sia l'inglese, perché anche in italiano ho qualche problema). 

Dopo qualche ora così mi avventuro tra i metri di neve con Eeva per raggiungere Kamppi e prendere un bus (ovviamente correndo come ai buoni vecchi tempi della star) e tornare a casa. Distrutta. Ma piena, piena di cose belle, appaganti, costruttive. 
Insomma, è stata una bella giornata.
Conclusa con qualche nota dolente e altre positive che mi fanno sorridere pensando sempre alla questione della "raccolta della semina"  e mi fanno intristire quando si raccoglie poco. 

Sono decisamente gli ultimi giorni qui e stranamente non sento quell'irrefrenabile voglia di pensare già alla valigia a fare, disfare, partire, arrivare. Strano. 

domenica 9 dicembre 2012

Intanto, a Torino

Sono riemersa dopo il silenzio stampa dell'ultima settimana. 
A sorpresa di molti ho fatto un'incursione in terra natia, il tempo giusto per provocare qualche coccolone, perdere un po' di dignità, fare qualche intervista, scatenare casi diplomatici in ufficio, e farmi fare un po' di coccole dalla mia famiglia einaudina. E ora sono di nuovo qua. Ormai la testa è rimasta in Italia, non c'è nulla da fare, questi giorni saranno un eterno countdown.

Back in Finland quindi. Come sempre la sensazione davanti al rullo del ritiro bagagli è stata quella di scoppiare in lacrime e scappare! Devo avere qualche trauma rimosso perché mi succede ogni volta che viaggio!
Fatto sta che dopo mille mila ore di spostamenti e pisolini arrangiati appallottolandosi su sedili qua e là, sono tornata a casa. E' ancora più traumatico di quando sono arrivata forse, tornare a questo silenzio. E come se non bastasse non funzionava più internet, lì sì che sarei scappata di corsa!
Il panorama bene o male è lo stesso di quando sono partita, neve ovunque (ho rischiato la vita già quel paio di volte per strada), grigiore (rimpiango il raro sole torinese che ho avuto la fortuna di trovare questa settimana) e freddo (ma col mio nuovo paio di paraorecchie sono a cavallo!).

Questa settimana dovrò fare la presentazione del mio lavoro (quale?!) al dipartimento, son già preoccupata visto che ho fatto una sola slide che Robi ha commentato con "Sì vede che non fai mai delle presentazioni!"...sigh!

Insomma, sono ancora un po' svarionata da tutti questi cambiamenti, mi devo riabituare... ma tenendo conto di quanto son reattiva, mi abituerò quando sarò già rientrata a casa. E non vedo l'ora.

martedì 27 novembre 2012

Fiocchi di neve all'orizzonte

Si suppone che io sia in ufficio a scrivere la tesi e riscrivere le interviste. Inutile dire che ho una voglia pazzesca di lavorare. No, in realtà è che sono un po' uno straccetto oggi e vorrei solo tornarmene sotto il piumone, quindi mi auto-giustifico e mi concedo un po' di cazzeggio. Non so neanche che scrivere. Boh. Le uniche cose che ho in testa non possono essere esposte perché ho segretamente siglato un Non Disclosure Agreement col mio cervello, per il bene di tutti. Quindi rimane il resto. 
Ieri ho fatto la mia prima intervista da sola. Risultato? Due manager dell'R&D poco simpatici, un'indagine compilata alla cazzo e un cellulare distrutto. Eh già, perché  come sempre, sono il solito genio. Perché non controllare che effettivamente ESISTA una mensola sopra i tubi del guardaroba invece di appoggiarci direttamente il mio GalaxyAce e vederlo cadere nel vuoto dall'altezza di 2 m fino a sfracellarsi contro il tubo inferiore? Perché così è più divertente, ovvio. Cioè, il karma non si supponeva dovesse ricompensarmi anziché infierire? Non è già abbastanza? Evidentemente no!

Comunque mi sono venute in mente altre abitudini finniche di cui non vi ho ancora resi partecipe. In particolare una che ha sconvolto sia me che Marco quando è venuto qui. 
La gente qui con molta disinvoltura sputa per terra. Ma ripetutamente eh. 
La prima volta pensavamo fosse qualche tamaretto, un po' come quelli di Torino per intenderci, ma poi abbiamo visto più e più persone quindi penso sia una cosa un po' più diffusa. Io sono rimasta un po' schifata effettivamente. Poi magari sto facendo inferenza semi-statistica basata su un campione di popolazione poco rilevante (sì, scrivere la tesi mi sta dando un po' alla testa) però l'evidenza empirica c'è.

Oggi ho comprato uno dei reflector che qui han tutti per evitare di farmi investire. Sono stra-orgogliosa  del mio; anziché fare quella banale che se lo compra di Angry Birds perché qui non sei abbastanza finnico se non hai un portachiavi-portacellulare-reflector-qualsiasialtracosa con gli Angry Birds. Poi io sono una persona seria, mica posso andare in giro con attaccato una roba con un piccione rosso su, no? 
Quindi molto dignitosamente ho preso un bellissimo...fiocco di neve! Probabilmente penseranno che l'ho rubato a una bambina di 5 anni, ma poco importa!

A proposito, ieri ero sul bus e una bambina stava cantando - urlando - la canzoncina dell'alfabeto inglese. La stessa che insegnavano a me quando ero piccola, tipo a 9 anni, e imparavo l'inglese per la prima volta. 
Che bella coincidenza. La Finlandia come l'Italia, che tenerezza. 
Non fosse che la bambina avrà avuto 5 anni e non avrà manco fatto le scuole elementari. 
Ecco spiegato perché tutti qui parlano da Dio l'inglese e io ancora sbaglio i tempi e i plurali durante le interviste. Grazie Italia!