lunedì 31 dicembre 2012

My darling friend, the end

Ebbene sì, è arrivata la fine di questo blog. In realtà il mio "Intanto a Helsinki" è terminato da parecchi giorni ma non avevo ancora avuto un po' di tempo per fermarmi a lasciare un pensiero conclusivo che sia degno di questo nome. E il finire dell'anno mi sembra una buona occasione per tirare un po' di somme e mettere la parola Fine ai capitoli chiusi.
Helsinki è uno di questi, non l'unico ovviamente. Ogni anno faccio mentalmente e non, la "conta dei morti" praticamente dei 365 giorni passati, per vedere se è cambiato qualcosa e come.

Mi risulta un po' difficile però tirare le conclusioni da questa esperienza. Ok, ultimamente sono anche un po' sgrammaticata nel parlare (e nel pensare), salto di palo in frasca quando parlo e ho la concentrazione di un bambino iperattivo (cioè molto poca). Devo avere qualche disturbo dell'attenzione dice Sci (e credo abbia ragione). Infatti, dicevo... sì, Helsinki.
Credo non mi metterò a fare il "bollettino" delle cose belle e brutte, sicuramente mi porto dietro tante cose, persone, posti, emozioni (il panico e l'ansia da prestazione sono le più frequenti!) che in qualche modo mi hanno segnato, non so ancora come e quanto in realtà.

Il ritorno alla vita "normale" (se così si può definire) è stato un po' complesso; tuttora mi sento ancora un po' stordita da tutti questi viaggi, spostamenti di corpo e di mente. Mi sento ancora in uno di quei famosi transitori di cui parlavo, come se da un giorno all'altro dovessi di nuovo fare le valigie e andare via; e chissà che non sia così davvero. 

Si chiude anche un anno. Ormai ho perso l'ingenuità (e forse anche la speranza) per poter dire che l'anno prossimo sarà sempre migliore, che ci saranno nuove bla bla bla e nuovi etc etc etc.
Sicuramente quello trascorso è stato denso. Denso. Non voglio esprimere altro, chi mi conosce e chi l'ha vissuto con me sa più che bene com'è stato...e come ancora è. Non credo sarà una data su un calendario a cambiare le cose, a fare "tabula rasa" per poterci scrivere altre storie, altre emozioni, altre "densità".. ma sicuramente può essere un buono slancio per una mentalità più positiva e aperta alle novità che verranno. So, welcome 2013!

Questo capodanno doveva essere diverso. Doveva rientrare nella serie di quei progetti futuri che sono venuti meno. E in qualche modo sarà diverso. E sarà bello, sarò con chi voglio perché ho scelto di investire su qualcosa (e qualcuno), che resta, che sia il 2012, il 2003 o il 2013.

Questo blog spesso è stato il mio sfogo nei momenti più difficili del mio periodo lontana, non tanto perché potevo digitare qualche carattere su un foglio bianco; perché sapevo che dall'altra parte qualcuno si sarebbe interessato a me, a quello che combinavo, a come stavo e, a suo modo, mi sarebbe stato vicino, chi più intensamente e chi più silenziosamente, ma con costanza. 
Quindi, semplicemente, Grazie.

Moi Moi Helsinki ja Kiitos.

martedì 18 dicembre 2012

Transitori che transitano

Quest'anno me lo sono chiesto spesso, ma oggi penso di averlo ripetuto un milione di volte: "Perché sono così idiota??".
Si suppone che sia un ingegnere eppure non so fare neanche due conti a spanne, così quando son tornata in Italia ho lasciato a casa il borsone che uso come bagaglio a mano perché "tanto 2 valigie sono sufficienti". Genio.
Quindi è tutto il giorno che mi sto lanciando maledizioni.
Sono quasi arrivata alla fine del tunnel, come sempre mancano le cose dal bagno e il pigiama per chiudere la valigia e potermi sentire un minimo in pace; questo ovviamente succederà domani mattina, quindi la pace verrà subito rimpiazzata dall'ansia del viaggio. Quanti problemi, eh?

Bypassando per un attimo l'aspetto logistico, stamattina sono stata in giro per l'ultima volta a godere del piacevolissimo clima (temperatura: -7; precipitazioni nevose: a tratti e abbondanti) per prendere le ultime cose prima di partire (magari avessi pensato prima a quanto spazio avevo effettivamente a disposizione....).
Ho cercato di fare come faccio sempre il giorno prima delle partenze, di catturare e trattenere negli occhi, imprimere nella mente, tutto quello che vedo e che è stata la mia routine negli ultimi due mesi. 
E' stato strano, è sempre strano. Anche lasciare un posto sofferto fa venire un po' di quella malinconia che conosciamo bene. 
Quella dei transitori, come la chiamo io. 
Quella che viene alla fine (e a volte anche all'inizio) di qualche nuovo viaggio o nuova esperienza in generale. E' quella che ti rimane sulla pelle un po', non troppo, il giusto tempo per riadattarsi a uno status quo che faccia uscire dal transitorio.

Ecco, penso sia evidente che io i transitori li vivo malissimo. Che sia un viaggio, la partenza di qualcuno, un trasferimento o una rottura; qualsiasi evento che occorra turbando il mio status quo, io lo vivo malissimo. Eppure se ci penso, raramente posso dire di essere a "regime" (ecco l'ingegneria che emerge - non so fare le valigie ma usarla per dire un sacco di cazzate, sì). 
Mi sembra sempre di essere in attesa di quello che verrà dopo, con la mente perennemente proiettata avanti - o almeno, è così da parecchi mesi. Mi piacerebbe poter stare nel "qui, adesso" e riuscire a starci bene; questo attualmente lo considero il mio compito delle vacanze.

Domani sarà quindi l'ennesimo transitorio; non solo finisce il mio periodo all'estero, la mia esperienza da studente un po' "più fuori" sede... si chiude anche un capitolo mentalmente, quello in cui ero ancora una studentessa, per uno in cui dovrò mettermi effettivamente a cercare un lavoro, una casa, perché di rimanere con le mani in mano e aspettare la manna dal cielo non ne sono capace. 
Si chiude un capitolo durato 5 anni, in cui inizierò a sentirmi un po' più estranea al posto dove vivo perché ormai mi appartiene sempre di meno; è un processo che è iniziato già con il cambio di "famiglia", con l'abbandono di alcuni elementi importanti nella mia vita da collegiale e domani sarà la volta di un altro. 
Un pezzo un po' speciale. Che, in bene e in male, ha reso il collegio quello che è ora, e quello che è stato per me. Forse non dovrei parlarne per via dello "storico" trascorso, ma anche non esistesse credo che avrebbe avuto lo stesso effetto  
L'anno scorso è successo lo stesso, era un pezzo con cui ho iniziato la mia vita torinese passando le notti in portineria o a guardare Grandi Progetti, quando ancora ero "la sorella di Marco"; ma ora indubbiamente sarà diverso. Sarà diverso anche perché mi sembra un po' come lo start di un conto alla rovescia che toccherà affrontare anche a me probabilmente, prima di quanto mi possa rendere conto.

Diverso è bello dicono. I cambiamenti fanno bene, di conseguenza anche i transitori. 
Ma se si vive di transitori, quand'è che uno può definirsi "stabile"? Io non lo so ancora, e voi?

PS. Sì, le partenze mi rendono sempre molto pensierosa. Anteeksi :)

lunedì 17 dicembre 2012

Sgoccioli

Siamo agli sgoccioli. 
Tra poco andrò di là per il "Farewell coffee" con gli altri del dipartimento, da buona italianotta ho portato un panettone e un pandoro per festeggiare.
La mia fanatica religiosa preferita partirà nel pomeriggio quindi per le ultime 48 ore potrò godermi un po' di pace nella mia casetta finlandese. 

Sono un po' triste oggi. Non so bene il motivo. Mi sembra di avere ancora 24759 cose da fare prima di partire, ma avrei solo voglia di starmene sotto il piumone (ovviamente sono due giorni che c'è la bufera).
Un po' mi consola l'idea di tornare a casetta a farmi viziare da mamma e papà (sicuro mi ingozzeranno come un maialino, olè), sperando non si ripetano quelle domande imbarazzanti come ieri sera che da una parte mi fanno tornare a quando avevo 12 anni e la mamma mi chiedeva se avevo "una simpatia", dall'altra mi fanno deprimere profondamente pensando ai recenti sviluppi nella mia vita.

Ma come si dice, c'est la vie... l'altro giorno ero molto indecisa se applicare o meno per un lavoro all'estero a partire da gennaio, ma credo di dover smettere di fare la trottola come sto facendo da tipo tutto quest'anno, fermarmi un attimo, respirare (se si riesce) e capire da che parte andare. Continuare a fare disfare partire tornare non aiuta molto. La tentazione di scappare e mollare tutto a se stesso è forte, non lo nego. Ma dubito sarebbe costruttivo sul lungo termine.

Per il resto non ho molto da dire, sto pensando ai regali di Natale che solitamente mi mettono di buon umore (tolto un buon substrato di stress da last-minute) e a tutte le persone che rivedrò tornata a casa (e a quelle che non rivedrò fino all'anno nuovo, sempre se Dio vuole). 
E niente, era un piccolo aggiornamento, ora io, il mio pandoro e il mio panettone ci traslochiamo nella saletta del caffè. 
Anche il tempo di vita di questo blog sta per finire, ma credo che in questi due giorni potrei trovare ancora qualcosa da dire. Stay tuned!

sabato 15 dicembre 2012

Apocalypse and pink nails

E' arrivata la mia padrona di casa. Per una serie di circostanze vivrà qui fino a lunedì ed effettivamente ero un po' preoccupata dalla faccenda. Ieri rientro da Espoo e so che la troverò in casa, guardo la finestra, la luce è accesa e mi preparo psicologicamente a conoscere questa 60enne finlandese.
Entro in casa, mando un saluto generale e vedo emergere dal salotto questa donna biondissima, occhi azzurri (ovviamente), smalto FUCSIA con solo una lunga t-shirt addosso. Stava facendo un pisolino e ovviamente, l'ho interrotta. Dimostra si e no 45 anni e parla un sacco. 
Penso "Toh, guarda com'è avanti, magari ne esce anche un week end piacevole".
Dopo 10 minuti che parliamo arriva il primo segnale di allarme. 
"...and this EU things?! Why should we decide all together and do all the same thing? What was wrong in deciding each one for himself?!". 
Fantastico, una nazionalista. E io che sono una Euro-entusiasta. 
L'unica cosa che so rispondere è la frase più diplomatica quando non vuoi dire all'altro che ha detto una cazzata anche se ne sei fermamente convinto. "Different points of view, I guess".
Per il resto ci salutiamo e non ci becchiamo tutta la sera. Ottimo.

Stamattina mi alzo tardi, lei esce  e quando rientra sto per buttare la pasta, vuoi mica che non le chieda di pranzare con me? E certo, sono una gentile io.

Ecco, le situazioni peggiori accadono sempre quando uno non se le aspetta (già..!). 
Il pranzo dura 3 ore e mezza. Dopo 20 minuti volevo scappare.
Sì perché, ovviamente, con tutte le persone che esistono su questa terra (ok, in Finlandia ne esistono un po' meno), io son dovuta capitare con la fanatica religiosa. Io. Che odio a prescindere tutti gli inefrvorati di qualsiasi Dio. Awesome. Vabbè dai, al massimo mi sparo un po' di catechismo luterano a pranzo, tutta cultura. 
Introduce l'argomento (alla cui sostanza arriverà dopo 3 ore) dicendo che tutto l'assetto politico attuale in realtà era già scritto nella Bibbia. La Bibbia spiega tutto. E lei spiega tutto agitando le mani. Le mani con lo smalto fucsia.

Non saprei neanche raccontarvi nel dettaglio tutto quello che mi ha detto ma proverò a riassumerlo:

1. L'apocallisse sta per arrivare. Sono passati 6000 anni da Adamo ed Eva (....io odio i creazionisti) e tenendo conto della ricorrenza del numero 7 nella bibbia e di alcuni calcoli MATEMATICI, presto arriverà il settimo periodo in cui potremo trovare la pace (ma solo dopo che Dio avrà punito tutti gli infedeli eh!). 
Il tutto solo dopo l'avvento dell'AntiCristo che sarà un rappresentate politico (indovinate chi mi è venuto subito in mente!) che sarà a capo di tutte le forze del mondo che si saranno unite (vedi UE) a discapito dei piccoli gruppi e che verrà gettato del lago di fuoco (sì proprio così) con la seconda venuta di Gesù.

2. Israele vs Palestina. Sostiene: i poveri israeliani che cosa ci possono fare se sono circondati da tutti questi arabi cattivi? I palestinesi non possono andarsene dai loro fratelli arabi e lasciare il popolo di Dio tranquillo dove gli spetta? E invece no, li devono perseguitare, già che hanno meno terre di quelle che Dio aveva loro promesso. Le faccio presente che anche loro stanno ammazzando gente a destra e manca. 

Mi dice "E certo, si dovranno pur difendere no?!".

3. La cosa che poi mi da i brividi sono le spiegazioni presumibilmente scientifiche delle storie bibliche. Il diluvio. Ah, bello quello. Un sacco d'acqua, la barca, Noè, l'arca, i liocorni etc. Ecco, il diluvio è il motivo per cui la nostra vita è così breve. Sì perché è breve. In fondo, prima del diluvio, la gente come Matusalemme (me l'ha detto davvero, giuro, non sto inventando) viveva 900 anni. 900. 

Ma Dio dopo il diluvio ha detto che 120 sarebbero sufficienti (e nel dirlo non si spiegava come attualmente la gente in realtà non campi spesso oltre i 100). 
Ecco, il diluvio ha causato questa abbassamento dell'età media (??) perché tutta l'acqua che è venuta ha allargato il diametro medio della terra. Di conseguenza lo strato di aria sopra le nostre testa è più sottile di quello pre-diluvio. Quindi moriamo prima per via dei raggi solari, dell'aria diversa, delle cellule che si rovinano, delle condizioni fisiologiche insomma. 
Mi ha anche dato una spiegazione ambientale al diluvio, della possibilità che la terra avesse degli anelli come Saturno che fossero fatti di polvere di ghiaccio che una volta sciolto ha provocato il diluvio. Oppure che la deriva dei continenti abbia fatto sgorgare nuove fonti di acqua/vapore ad alta pressione che raggiungendo l'atmosfera si sono condensate e ricadute in terra sotto forma di piogge.

4. Sempre la questione israelo-palestiniana: è colpa dei figli di Abramo, Ismaele e Isacco. Il primo era semi-illegittimo (figlio da una schiava egiziana che quindi si collega alla stirpe araba) di conseguenza non doveva aver diritto alle ricchezze di Abramo (=comunità ebrea). Lei capisce gli Arabi ce l'hanno con Israele perchè si son sentiti tagliati fuori dalla spartizione della famiglia (??) ma alla fine non è che gli spettava niente. Anzi, Israele per mantenere la pace ha regalato loro territori a destra e manca pur di starsene tranquillo, ma ora è ridotto a un territorio piccolissimo e questi palestinesi sono in mezzo alle balle (detto in parole povere).


5. Il top è stato parlando dell'America...di questi democratici e liberali che non sono altro che dei comunistoni e "this Obama thing then....blah!"...tutta questa integrazione, questa accoglienza...la cittadinanza alle seconde generazioni degli arabi che vivono lì? Inconcepibile! (Io giuro, non ho idea delle smorfie che la mia faccia faceva nel mentre). E d'altra parte in Europa, tutti che vogliono questa Unione per decidere insieme, essere un'unica grande nazione....questo non fa altro che aiutare la venuta dell'Anticristo!


Questo sarà il post più lungo della storia probabilmente perché ci sono così tante cose che ha detto che mi hanno sconvolto che devo condividerle con qualcuno - possibilmente sano di mente - perché se no penso di essere io quella poco normale.

Fatto sta che penso si sia capito che non sono propriamente in linea con le sue idee, ho paura che mi uccida nel sonno.

Non so come concludere questo post. Penso che concluderò con la stessa frase con cui ho concluso la lezione di catechismo luterano post-pranzo.

"It's....impressive!"

venerdì 14 dicembre 2012

Never ending day

Ieri è stata una di quelle giornate senza fine. Quelle in cui ti alzi e non sai quando andrai a dormire e soprattutto, cosa succederà nel mentre.

E' iniziata con la presentazione del lavoro di ricerca a conclusione del periodo passato qui a Helsinki. Inutile ricordare il panico provocatomi dal public speaking; tuttavia me la sono cavata discretamente e posso ritenermi soddisfatta. Raramente nelle università italiane riceviamo l'attenzione dovuta per le nostre ricerche o tesi che siano; incredibilmente invece, ieri mi sono sentita come quando si fa qualcosa di utile, di interessante, che possa far scattare qualche lampadina nelle testoline altrui. E' stato molto appagante, sicuramente più di quanto lo sarà il giorno della mia laurea, almeno a livello di partecipazione cerebrale. Quindi, nonostante qualche intoppo sulla lingua, sono molto contenta di aver superato questa prova, in primis personale più che professionale (se il giorno della discussione al Poli sono agitata mi auto-prendo a schiaffi!).

Dopo pranzo si è dato ufficialmente il via all' IMI Christmas Party organizzato da me, Matti ed Eeva. Non credevo sarebbe stato così..intenso! Prime due ore di workshop e team building estremamente costruttivo, mi piacerebbe poter ritrovare questi approcci al lavoro una volta tornata in Italia; persone che non vivono per lavorare e che attraverso il lavoro si arricchiscono reciprocamente, è stata una bellissima esperienza. 
Finita la parte di substance è iniziata quella vera e propria di festa: partita all'ultima pallina al Glowing Paintball. Risultato: male a tutti i muscoli e lividi violacei perfettamente tondi su circa il 70% del corpo. Perché delle cose così morbide devono fare così male?!
Come ho detto a Tea quando mi ha chiesto cosa ne pensavo "Great!....well, painful, but great!". 

Dopo il paintball primo approccio in assoluto con la sauna. E dove iniziare se non in Finlandia? Ok, non è stata un successone, tipo avevo i polmoni che andavano a fuoco, ma è stata anche questa un'esperienza....interessante diciamo. Soprattutto la questione riguardante la nudità a cui decisamente non ero abituata, non so se sono io o gli italiani in generale.
Dopo un momento di svacco e discorsi da donne (sul fatto che per le finlandesi gli italiani si vestono benissimo - e ok, rispetto allo stile che hanno qua sono d'accordo - e gli uomini mori sono il top! - ecco magari su questo qualche dubbio...) ci si sposta in centro al ristorante per proseguire la cena intervallata da momenti di gioco tra cui il tanto atteso...Mercante in Fiera! Temevo che si sarebbero annoiati (soprattutto giocando senza soldi) e invece è stato un successo! Erano davvero coinvolti e curiosi di immergersi in un pezzo di tradizione italiana, a parte qualche problema nello spiegare le regole (non credo sia l'inglese, perché anche in italiano ho qualche problema). 

Dopo qualche ora così mi avventuro tra i metri di neve con Eeva per raggiungere Kamppi e prendere un bus (ovviamente correndo come ai buoni vecchi tempi della star) e tornare a casa. Distrutta. Ma piena, piena di cose belle, appaganti, costruttive. 
Insomma, è stata una bella giornata.
Conclusa con qualche nota dolente e altre positive che mi fanno sorridere pensando sempre alla questione della "raccolta della semina"  e mi fanno intristire quando si raccoglie poco. 

Sono decisamente gli ultimi giorni qui e stranamente non sento quell'irrefrenabile voglia di pensare già alla valigia a fare, disfare, partire, arrivare. Strano. 

domenica 9 dicembre 2012

Intanto, a Torino

Sono riemersa dopo il silenzio stampa dell'ultima settimana. 
A sorpresa di molti ho fatto un'incursione in terra natia, il tempo giusto per provocare qualche coccolone, perdere un po' di dignità, fare qualche intervista, scatenare casi diplomatici in ufficio, e farmi fare un po' di coccole dalla mia famiglia einaudina. E ora sono di nuovo qua. Ormai la testa è rimasta in Italia, non c'è nulla da fare, questi giorni saranno un eterno countdown.

Back in Finland quindi. Come sempre la sensazione davanti al rullo del ritiro bagagli è stata quella di scoppiare in lacrime e scappare! Devo avere qualche trauma rimosso perché mi succede ogni volta che viaggio!
Fatto sta che dopo mille mila ore di spostamenti e pisolini arrangiati appallottolandosi su sedili qua e là, sono tornata a casa. E' ancora più traumatico di quando sono arrivata forse, tornare a questo silenzio. E come se non bastasse non funzionava più internet, lì sì che sarei scappata di corsa!
Il panorama bene o male è lo stesso di quando sono partita, neve ovunque (ho rischiato la vita già quel paio di volte per strada), grigiore (rimpiango il raro sole torinese che ho avuto la fortuna di trovare questa settimana) e freddo (ma col mio nuovo paio di paraorecchie sono a cavallo!).

Questa settimana dovrò fare la presentazione del mio lavoro (quale?!) al dipartimento, son già preoccupata visto che ho fatto una sola slide che Robi ha commentato con "Sì vede che non fai mai delle presentazioni!"...sigh!

Insomma, sono ancora un po' svarionata da tutti questi cambiamenti, mi devo riabituare... ma tenendo conto di quanto son reattiva, mi abituerò quando sarò già rientrata a casa. E non vedo l'ora.

martedì 27 novembre 2012

Fiocchi di neve all'orizzonte

Si suppone che io sia in ufficio a scrivere la tesi e riscrivere le interviste. Inutile dire che ho una voglia pazzesca di lavorare. No, in realtà è che sono un po' uno straccetto oggi e vorrei solo tornarmene sotto il piumone, quindi mi auto-giustifico e mi concedo un po' di cazzeggio. Non so neanche che scrivere. Boh. Le uniche cose che ho in testa non possono essere esposte perché ho segretamente siglato un Non Disclosure Agreement col mio cervello, per il bene di tutti. Quindi rimane il resto. 
Ieri ho fatto la mia prima intervista da sola. Risultato? Due manager dell'R&D poco simpatici, un'indagine compilata alla cazzo e un cellulare distrutto. Eh già, perché  come sempre, sono il solito genio. Perché non controllare che effettivamente ESISTA una mensola sopra i tubi del guardaroba invece di appoggiarci direttamente il mio GalaxyAce e vederlo cadere nel vuoto dall'altezza di 2 m fino a sfracellarsi contro il tubo inferiore? Perché così è più divertente, ovvio. Cioè, il karma non si supponeva dovesse ricompensarmi anziché infierire? Non è già abbastanza? Evidentemente no!

Comunque mi sono venute in mente altre abitudini finniche di cui non vi ho ancora resi partecipe. In particolare una che ha sconvolto sia me che Marco quando è venuto qui. 
La gente qui con molta disinvoltura sputa per terra. Ma ripetutamente eh. 
La prima volta pensavamo fosse qualche tamaretto, un po' come quelli di Torino per intenderci, ma poi abbiamo visto più e più persone quindi penso sia una cosa un po' più diffusa. Io sono rimasta un po' schifata effettivamente. Poi magari sto facendo inferenza semi-statistica basata su un campione di popolazione poco rilevante (sì, scrivere la tesi mi sta dando un po' alla testa) però l'evidenza empirica c'è.

Oggi ho comprato uno dei reflector che qui han tutti per evitare di farmi investire. Sono stra-orgogliosa  del mio; anziché fare quella banale che se lo compra di Angry Birds perché qui non sei abbastanza finnico se non hai un portachiavi-portacellulare-reflector-qualsiasialtracosa con gli Angry Birds. Poi io sono una persona seria, mica posso andare in giro con attaccato una roba con un piccione rosso su, no? 
Quindi molto dignitosamente ho preso un bellissimo...fiocco di neve! Probabilmente penseranno che l'ho rubato a una bambina di 5 anni, ma poco importa!

A proposito, ieri ero sul bus e una bambina stava cantando - urlando - la canzoncina dell'alfabeto inglese. La stessa che insegnavano a me quando ero piccola, tipo a 9 anni, e imparavo l'inglese per la prima volta. 
Che bella coincidenza. La Finlandia come l'Italia, che tenerezza. 
Non fosse che la bambina avrà avuto 5 anni e non avrà manco fatto le scuole elementari. 
Ecco spiegato perché tutti qui parlano da Dio l'inglese e io ancora sbaglio i tempi e i plurali durante le interviste. Grazie Italia!

mercoledì 21 novembre 2012

Only the Bunnies

Partiamo col dire che oggi non è stata una gran giornata.
Adesso, mettendomi sul letto e ripensandoci non saprei neanche da dove cominciare a parlare. Parlare poi di cosa? 
Di come oggi alcune persone hanno di mostrato di essere veramente misere intellettualmente, e umanamente. 
Di come io debba smettere di farmi ferire da parole scagliate con ostilità solo per il gusto di farlo. 
Di come mi sento impotente davanti a 'colpe' che mi vengono attribuite pur non avendo fatto nulla per provocarle.
Di come odio le persone che si spalleggiano solo perché non sono in grado di affrontare le questioni personalmente. 
Di come mi sento male all'idea che le persone pensino male di me, anche se queste persone valgono meno di zero nella mia vita. 
Di come mi stupisco di quanto riesco a parlare e mantenere la diplomazia quando in realtà sono in bilico tra le lacrime e la rabbia e vorrei solo urlare (devo averlo imparato nel corso della storia). 
Di come non riesco a essere del tutto superiore e lascio che l'orgoglio risponda a tono, quando dovrei semplicemente andare avanti per la mia strada. 
Di come sono dispiaciuta dall'idea che una persona dopo anni possa "schierarsi" dall'altra parte. Di come sono dispiaciuta dal non poterlo sapere. 
Di come non dovrebbe più importarmi, di come invece intravedo ed equivoco spiragli di apertura che, erroneamente come sempre, penso siano per me. 
Insomma, non è stata una giornata molto costruttiva, anzi. 
Ho pure scritto 10 righe in tesi. in tutta la giornata. 
Devo darmi un'anda, porca merda! (scusate il piemonte-francesismo)

Per fortuna ci sono stati ritagli di momenti in cui sono riuscita a evadere da questi pensieri. Una chattata di prima mattina con la mia ex-matricolina preferita, una chiamata col mio boss e col mio ex-compagno di scrivania preferiti, una messaggiata con l'amica di sempre e una con l'amica della vita.
Insomma, segnali positivi, no?

Per smettere di parlare di cose deprimenti, vi rendo partecipi di una cosa. 
Oggi ho capito una 'strana' usanza dei Finnici. Ho notato che molti hanno dei "cosi" tipo adesivi o fascette o oggetti vari catarifrangenti (una volta avrei detto caRtariNfrangenti - mi è sempre piaciuta la riNdondanza delle consonanti) e all'inizio pensavo fosse tipo una moda dato che più di metà sono di sti ca**o di Angry Birds che si trovano in ogni angolo della città, poi li ho notati addosso ai ciclisti (insieme alle pettorine fosforescenti da addetti ai lavori). Oggi li ho notati su tutti quelli che prendevano l'autobus e mi son detta, perché un pedone dovrebbe mettersi 'sta roba addosso?
Come sono scesa dal bus un ciclista un po' troppo lanciato mi stava per investire in pieno perché  ovviamente, non mi aveva visto.
Ecco, ora so il perché delle "robe" catarifrangenti. 

NB. C'è da dire che qui a Helsinki badano un po' al risparmio energetico riguardo all'illuminazione pubblica (anche perché col buio che fa spenderebbe capitali per illuminare la città a giorno); non fosse la città più sicura di Europa avrei quai paura a camminare sempre per strada al buio (e non è detto che non ce l'abbia a volte!).


La cosa bella del buio è che fa spuntare fuori i conigli (penso che per la città siano una piaga, tipo le locuste, ma per me sono così teneri!); lunedì mattina alle 6 del mattino tornavo a casa e ne ho visti due che zompettavano allegramente davanti al portone. 

Uno è scappato via mentre l'altro si è fermato, forse spaventato da me. Quello che stava andando via allora si è fermato, si è girato come a vedere se il compare era in difficoltà, è tornato indietro a prenderlo e insieme sono zompettati via. 
Momenti di tenerezza alle 6 del mattino a Helsinki. 
Sono anche queste le cose che migliorano le mie giornate. 

PS. D'ora in poi il mio nuovo soprannome sarà "funghetto"; non credo volessero farmi un piacere dicendomelo, ma, vi dirò, a me piace! :)

sabato 17 novembre 2012

People - Ihmiset

Oggi ho incontrato per la prima volta un finlandese socievole. Cosa rara. E' tutta la settimana che osservo come si comportano e sono arrivata alla teoria che sono proprio un mondo a parte. Una società a parte.
Eravamo al porto, io e Betty, e stavamo chiacchierando durante il pranzo in uno di quei baracchini che cucinano salmone e renna sulle piastre giganti e questo signore dal tavolo affianco ci guarda sorridendo e fa "Voi parlate italiano! Ciao! Io parlo spagnolo! Ma sono finlandese! Arrivederci!"
A parte un attimo di perplessità iniziale (la logica che connette le frasi mi sfugge un po'), ho pensato che è veramente la prima volta che ho visto un "autoctono" così espansivo.
Non è per parlare per i soliti luoghi comuni, Ma qui sono freddi. Cavolo. Hanno delle convenzioni sociali molto diverse dalle nostre. Vi faccio degli esempi.

Andiamo a pranzo con i colleghi, ci vengono a chiamare e andiamo in mensa. Ci si preoccupa di mettersi in tavoli dove ci sia posto per tutti. Poi ci si siede e si mangia. Senza aspettare che gli altri arrivino e senza dirsi buon appetito (che è la cosa che più mi ha sconvolto!). 
Si finisce di mangiare, si va a depositare il vassoio e smistare le posate, si torna verso l'ufficio...e non è che ci si aspetta o altro, ognuno va lanciato, entra e se ne va nella sua parte di corridoio, la maggior parte delle volte senza salutare. 
E qui non è considerato maleducazione  è proprio che non ne sentono il bisogno, probabilmente. 
Così come quando se ne vanno nel tardo pomeriggio e non passano a salutare. 
Così come se ne stanno seduti alla loro scrivania in solitaria, ognuno per i fatti suoi, chi ce l'ha si chiude nel proprio ufficio tirando pure le tende che danno sul corridoio. 
A me sembra eccessivo.

Sull'autobus regna il silenzio. Solo i bambini introducono un po' di inquinamento acustico (per fortuna i pupi sono uguali ovunque) se no ognuno se ne sta zitto a fissare fuori, senza neanche leggere o ascoltare musica. Allo stesso tempo poi non esiste minimamente che qualcuno ti lasci passare prima per scendere dal bus, ognuno tira dritto per la sua strada (e ti passano ampiamente sui piedi senza troppi scrupoli).

Ed è strano visto quanto sono gentili e disponibili. I miei colleghi sono sempre pronti a darmi una mano, a darmi informazioni su qualsiasi cosa, a pranzo stimolano la conversazione...ma per il resto, finisce lì, ognuno poi ha la sua vita che non viene minimamente condivisa. 
E' l'incarnazione dell' "Ognuno per sé, Dio per tutti".
Mi fa così strano. E li invidio un po'. Per questa capacità che hanno di starsene bene da soli, di non aver bisogno di manifestazioni di affetto o di interesse esplicito. 
Ma allo stesso tempo mi ci sento realmente a disagio. Non so. Sarà che sono abituata a persone più "calde" e coinvolgenti. 
Sarà che per 'motivi storici' non sono portata a fidarmi delle persone fredde.

Però abbiamo fatto passi avanti. Il mio biondo dirimpettaio in ufficio (la versione finlandese di Enrico?!) ha fatto progressi. Di solito arriviamo la mattina e ci salutiamo con un "Good morning" se presi bene, "Hi" in caso contrario. 
Alle 17(o 16) quando andiamo via ci si limita a un "Bye" distratto o addirittura a un "Bye bye" con un po' più di trasporto. 
Ma venerdì si è superato. Oltre al classico bye bye, si gira e fa "Have a nice weekend!"...record mondiale, lo volevo abbracciare quasi. 
Ok, ora che mi ha detto 'ste quattro parole in più probabilmente non mi saluterà per due giorni, così, per mantenere la media!

domenica 11 novembre 2012

Più renne per tutti

Rieccoci qui. Questo weekend ho fatto per l'ennesima volta la turista, e il prossimo sarà lo stesso; ormai sono bravissima a fare il tour del centro città. 
Si parte dalla stazione a Rautatientori, si prosegue sull'Esplanadi fino al porto, deviando per Alexsaterinkatu osservando gli artisti di strada, si passeggia tra le bancarelle del Kauppahalli, si sale fino alla cattedrale di Uspenski per poi riscendere fino alla Cattedrale simbolo di Helsinki di cui ancora non ho imparato il nome. Si pranza al mercato del Kauppatori dove si becca gli unici due italiani (poco tamarri eh) incontrati da quando sono qui. E qui succede la prima svolta.
Dopo tre settimane abbondanti in Finlandia, dopo averne parlato ed aver evitato la cosa... ho assaggiato le polpette di renna! E per quanto vorrei poter dire il contrario...sono proprio gustose! Non fosse che mi son messa quasi a piangere mangiandole, direi che è un'esperienza d'obbligo per chi passa di qui; alla fine la questione è tutta psicologica, se Babbo Natale facesse trainare la slitta da un bel paio di maialini volanti, probabilmente piangerei anche mangiando le braciole!


Ieri poi gita a Tallinn, approfittando della vicinanza geografica e della comodità di mezzi per raggiungerla; non ci fosse stato il problema di non sentire la sveglia e alzarsi all'ora in cui si sarebbe dovuti essere fuori di casa, prepararsi in 7 minuti per chiamare un taxi e correre al porto, arrivare sulla nave e addormentarsi sulla prima poltrona libera, forse sarebbe stato meglio, ma alla fine si è sopravvissuti ugualmente. 
A Tallinn, sembra di immegersi in una città cristallizzata nel Medioevo, almeno la parte turistica della Old town; di prima mattina una città quasi fantasma che poi man mano si popola e si iniziano a scoprire i pub (in cui servono birra a tutte le ore del giorno), le torterie con mille dolcezze tipiche in cui andare a ripararsi dal vento che non dà tregua neanche in Estonia (pensavo fosse una prerogativa finlandese, a quanto pare anche se più a Sud, il freddo si sente tremendamente bene anche lì), le chiese (quelle non mancano mai!) che sembrano fatte di panna - sì come il Cremlino - , i negozi di souvenir con tutte le matrioske in vetrina che ti fissano in modo inquietante. 
L'unico museo che ci tenevo a visitare era quello del KGB ( curiosità instillata leggendo su tripadvisor). Ma da brava ingegnera ho avuto la brillante idea di fare una grande X sulla mappa anzichè scrivere l'indirizzo; totale: io non sapevo arrivarci e la gente del posto non sapeva manco che esistesse!

Inoltre mi è stato portato qualche "pezzetto" di Italia: tarallini direttamente santeramesi (?), caramelle frizzanti alla cola (che qui non so come fanno a non avere in mezzo ai mille mila tipi di dolci) e una cornice con una foto grandangolare di Piazza Vittorio, dalla Mole alla Gran Madre prendendo il monte dei Cappuccini... lo scopo era farmi sentire più vicina a casa, il risultato sono stai fiumi di lacrime! 
Diciamo che la nostalgia di casa inizia a essere forte...ma alla fine 'casa' è dove ci sono le persone che compongono la mia 'famiglia' in senso lato, e che anche qui riesco a sentire presenti, almeno con il pensiero, ognuno a modo proprio.

Per la felicità di molti  - in particolare una bevitrice di birra con la cannuccia - concludo con una foto particolarmente richiesta alla mia partenza (il naso ce l'ho pure e si illumina, ma lasciatemi mantenere un po' di dignità!). Mi ricorda un po' una festa di natale al quarto piano di 3 anni fa, in quel periodo di passaggio di molte cose, dalla vecchia famiglia einaudina alla nuova, dalla vecchia me alla nuova me. Chissà se in futuro anche questa mi ricorderà un'ulteriore evoluzione. Probabilmente quella in renna. Speriamo però non in polpetta.

mercoledì 7 novembre 2012

Have a nice day - Hauskaa päivän jatkoa

Mi sono alzata col sole. Dopo giorni di grigiore depressivo e di pioggia e di vento, finalmente un buon risveglio. Dai - ho detto - oggi potrebbe essere una bella giornata. 
Metto le converse perché mi sento stranamente positiva, arrivo in ufficio, mi siedo alla scrivania, guardo ancora la finestra piena di speranze per il nuovo giorno, leggo il giornale, Obama ha vinto, siamo tutti felici; sì è decisamente una bella giornata.
Chiudo la pagina internet, rialzo lo sguardo alla finestra prima di mettermi al lavoro... sta nevicando.

Inizio a scrivere questo post per rendervi partecipi... riguardo la finestra... c'è il sole.

Ora ditemi se è un posto normale questo...!
Buongiorno!

NB. ho formattato e sto per pubblicare il post...e nevica col sole...non è possibile, devo essere finita a Narnia.

lunedì 5 novembre 2012

Creepy dark gloves - Kammottava pimeä käsineet

Non so se ho visto troppi film, ma a me le persone - uomini in particolare - con i guanti di pelle nera mi fanno una paura terribile. E' più forte di me; e qui è pieno, sembra di essere in un film horror! Guardo un ragazzo, può anche sembrare la persona più buona e carina del mondo, ma se dopo vedo che ha dei guanti del genere, ecco allora mi accorgo che sì, c'è qualcosa di strano nello sguardo, nel modo in cui si muove o alza il sopracciglio... è sicuramente un killer!
Ok, ammetto che io sono abbastanza impressionabile. Ogni volta che faccio la doccia ho paura a riaprire la tenda temendo di vedere una qualche mannaia all'orizzonte. Eppure il mio cervello sa che sono paure infondate; come anche lo stare da sola in questa casa tutta scricchiolante, con gli altri condomini che fanno traslochi e trapanano a tutte le ore del giorno - ma soprattutto - della notte. Il succo è che sono una fifona. Ma di questo avevo già preso atto da tempo! Da brava fifona oggi ho fatto una delle mie solite cazzate. 
E' come buttarsi metaforicamente senza paracadute di scorta sperando che vada bene. E invece mi sono sfracellata, olè! Per fortuna qualcuno silenziosamente mi ha dato un paracadute di scorta, e non sapendo bene come può andare a finire, per ora me lo tengo. 

Parlando invece di cose finniche, i miei sono stati caricati sul taxi stamani all'alba e mi ritrovo di nuovo nella mia Fortezza della solitudine (cit.); nell'ambito delle mie manie compulsive ho recuperato - su gentile concessione di vicine di casa varalline - un corso di tedesco per approfondire il già compulsivo corso fatto ad aprile. Magari stavolta mi servirà a qualcosa (dato che sono finlandeserepellente e non ce la faccio proprio a ricordare una cippa di questa lingua barbare) e imparerò a dire qualcosa di più che "Mein Lieblingsessen ist pizza".

Con altri colleghi (gli unici under 30 probabilmente) stiamo stati incaricati di organizzare il Christmas Party del dipartimento, e qui non si parla mica di cene o bevute insieme, sono intere giornate insieme che includono partite di paintball fosforescente, lezioni circensi di giochi col fuoco, sauna, discussioni su temi 'seri' con momenti per il 'fun'(non abbiamo ancora capito si suppone che sia) e cena. 
Insomma, qui sanno come svagarsi! Dovrei proprlo anche in BDM.....sì, certo! Cercherò di importare queste buone abitudini anche da noi.

Negli ultimi giorni mi è capitato spesso di dire o pensare al modo di dire "Ognuno raccoglie quello che semina" dal punto di vista 'sociale'; ho avuto la prova di essere riuscita un po' a seminare qualcosina e di essere stata seminata (che brutta immagine!) altrettanto. Sono fiera di vedere una persona alla cui crescita penso di aver contribuito negli ultimi - gulp! - 11 anni,  finalmente avere il coraggio di fare una scelta da cui fino a un anno fa sarebbe scappata a gambe levate, con la convinzione di una persona adulta e non più di una ragazza affetta dalla sindrome di Peter Pan (per cui tutti ti adoriamo, ovviamente!). 
Spesso ci vuole tempo per vedere se effettivamente i rapporti in cui abbiamo investito sono sterili o meno, alcuni per un po' sembrano dare buoni segni, ma sono solo dei 'falsi positivi', e altri più lentamente invece riescono a crescere e te ne accorgi quando meno te l'aspetti. 
A volte invece perdiamo quei rapporti che erano stati seminati bene, un po' perché le strade divergono, un po' perché stando troppo vicini c'è il rischio di soffocarsi a vicenda; rimane qualcosa, un qualcosa di condiviso che ci portiamo dentro comunque. 

E niente, questa dei semi è una considerazione quasi felice(incredibilmente!) che volevo condividere con voi, stare a distanza mi fa vedere meglio anche queste cose, anche se, lo so, divento ripetitiva, ma qui ho molto modo da riflettere e questa è la conseguenza (ok, speriamo che mi trovi presto qualcosa da fare!).

La morale di oggi quindi è: 'seminate' quanto potete perché in ogni caso ne varrà la pena, fate feste di natale spettacolari e soprattutto...non usate mai guanti di pelle nera se volete sembrare simpatici!

venerdì 2 novembre 2012

Paese che vai, bronchite che trovi

Devo capire bene qual'è il mio problema. Cioè, tra i mille che ho - psicologici, emotivi, fisici - perché sono sempre malata? Saranno due mesi che non respiro come potenzialmente potrebbero fare i miei giovanissimi e sanissimi - coff coff - polmoni. Ormai la Tachipirina (o Tachipiriña per essere più esotici) è la mia migliore amica,  recentemente si è aggiunto il Fluimucil al party, olè!
Ormai mi sono rassegnata. Almeno avere un principio di bronchite nell'inverno finlandese è un po' più adeguato che averlo nell'autunno torinese, almeno ha più senso.

Sono due giorni che vado a lavoro e non concludo tendenzialmente una cippa. Male. Giovedì ho fatto per la prima volta un'intervista qui, è stato difficile perché non sono concentrata come dovrei, avevo paura, ansia da prestazione, senso di inadeguatezza - il solito insomma - e già normalmente mi impanico; farlo in inglese è stata veramente un'impresa, ma alla fine me la sono cavata, anche grazie al supporto più o meno a distanza di qualcuno - pochi ma buoni.

Ho ricevuto in separata sede - dato che questo blog si rifiuta di pubblicare i commenti del sig. Fullin - dei feedback sul mio precedente post e la conclusione è che sono io che non sono normale. Forse aver vissuto sulle montagne ha influito un po' sulla mia visione del mondo. Quindi mi adeguerò e cercherò di fare meno la "Heidi" della situazione. 

Il babysitteraggio dei genitori procede bene, gli ho insegnato a prendere l'autobus, mamma si ostina a parlare italiano alla gente agitando cose in mano - come se il verbo "vidimare" fosse vagamente comprensibile a un autoctono finnico. Mio padre insiste sul fatto che dovrei cercare lavoro qui... però accetterebbero volentieri anche una meta più vicina, che so, la Germania!

Continuo a ricevere notizie dall'Italia, di quello che fate nelle vostre vite (più o meno di tutti, almeno, chi sceglie di condividerle con me), del collegio... sono un po' disappointed per alcune questioni e preoccupata per altre, speravo in trasferimenti post-laurea che con molta probabilità non avverranno, e in alcuni non-trasferimenti post-laurea che forse avverranno; non che io possa essere una variabile decisionale in entrambi i casi... anzi, nel primo forse, nel secondo probabilmente non lo sono mai stata.

Con oggi sono due settimane che sono qui, e mi sembra un'eternità. Natale mi sembra lontano anni luce e mi piange il cuore al'idea di perdermi l'atmosfera che permea Torino in questo periodo - il mio preferito - quello in cui attendi speranzoso qualcosa. Da piccolo erano i regali. Da grande quello che attendo è di poter stare un po' di tempo, pochi giorni, o poche ore, con la mia famiglia, i miei fratelli, le mie cognatine, le mie amiche di sempre. Natale è un eterno ritorno e mi piace attenderlo come quando ero piccola, carica di emozioni; addobbare casa (e il collegio), pensare ai regali, quest'anno sarà diverso.

Inizio quindi a sentire fisicamente la mancanza di Torino - dalle strade, al collegio, all'ufficio persino! - ma mi sto abituando man mano a questa routine un po' più solitaria, ho quasi paura che quando tornerò non saprò più stare in mezzo alla gente. 
Cerco di far tesoro di tutto quello che posso imparare qui per poterlo riportare indietro, per poter dire "Sì, quest'esperienza mi ha fatto crescere"; inizio a pianificare e pensare razionalmente al futuro, al mio futuro senza nessuna influenza - nel bene e nel male - e l'idea di avere fin troppe possibilità mi terrorizza!

Questa settimana è passata relativamente velocemente, come è passato velocemente il mese di luglio qualche tempo fa... all'inizio ogni secondo sembra eterno, ti senti spettatore di una giornata che procede al rallentatore...ma è giusto il tempo di abituarsi al nuovo status quo... perché poi vale la solita regola, se lo fanno gli altri - dico abituarsi - perché io non dovrei ? Quindi si va avanti, guardando dritto e cercando di scacciare tutto quello che non è coerente con questo nuovo cammino. Ognuno ha scelto - o si è imposto - il proprio e le persone da metterci.  


Come dice sempre mia mamma - i buoni detti pseudo siculi importati al norde che adoro - "Chi lascia la vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova". Già. 
L'importante quindi è non guardare indietro. Perché quando hai il dubbio di essere sulla strada sbagliata, di essere finito dalla padella alla brace, se ti guardi indietro è finita. 
Ma è anche vero che quando ti accorgi che realmente sei sulla strada sbagliata, sei già a un passo dal trovare quella giusta. Basta accorgersene... e muovere il culo!

mercoledì 31 ottobre 2012

A ognuno i suoi biscotti

Amici (e altri lettori)...non ho molto da raccontare... giusto un segno che sono ancora in vita (così pare)...oggi sono arrivati i miei, anche se non so perché sento il bisogno di silenzio e hanno già stravolto la quiete della mia piccola casa... ma va bene lo stesso, mi tengono impegnata... e poi, la mamma è sempre la mamma no?

Non so perché  ma negli ultimi giorni sembra che tutti vogliano che io me ne resti in Finlandia (ognuno con motivazioni diverse)... sarà così che deve andare? 
Non mi dispiace l'ordine che c'è qui, la calma, la gentilezza delle persone... sembrano sempre cordiali, mai arrabbiate, anche a lavoro sono tutti rilassati, nessuno stress (all'apparenza)... tanti ragazzi giovani già sposati che lavorano all'università perché qui hanno un futuro anche così... le persone che si preoccupano di farti sentire a tuo agio... e mi pare strano perché sto elaborando una teoria sul genere umano... vi interessa? Vabbè io ve la scrivo lo stesso, chi non vuole non legga!

Penso che in fin dei conti siamo tutti dei grandissimi stronzi egoisti! - scusate i francesismi - agiamo per il nostro stesso interesse, facciamo scelte in base all'ora e qui, facendoci spingere dalla ricerca di quel benessere temporaneo a cui aneliamo tanto... cercandolo nelle cose più vuote a volte... e siamo stronzi perché rigiriamo le frittate come vogliamo, quando ci fa comodo per far credere agli altri quello che hanno il piacere di credere, che ci faccia avere un tornaconto positivo, perché sfruttiamo le persone per poter star bene senza preoccuparci veramente di quello che provochiamo... ed è così, se vogliamo fare i perbenisti potremmo dire che non sia vero, ma in fondo penso che nessuno possa negare di essersi comportato così, chi più spesso chi meno...e pure io a volte mi accorgo di essere così!

Certo che è una constatazione amara... una volta (quando ero ancora un'idealista del cazzo - definizione datami non a torto col senno di poi) pensavo che tutte le persone fosse "buone"... proprio nel paese delle favole eh? Adesso ancora non credo che esistano persone "cattive"... esistono persone che però fanno cose spiacevoli, anche se questo non le qualifica del tutto... pensavo che Qualcuno nella Sua generosità ci avesse elargito della giusta dose di coscienza per capirle, pentirci ed evitare di ripeterle. 
E invece... la coscienza sembra averci abbandonati un po' tutti. 

Rubiamo i biscotti, ci sgamano, ci dispiaciamo - perché siamo davvero dispiaciuti! - non volevamo fare del male a nessuno in fondo... e poi zac! di nuovo con le mani nella marmellata! E' più forte di noi, siamo recidivi. 
Se avessimo una coscienza solida, e agissimo secondo quella, e non secondo il nostro smisurato ego che deve sempre sentirsi soddisfatto, forse eviteremmo tante di quelle cose brutte e potremmo finalmente sentirci bene con noi stessi. 
Ecco, un altro dei miei soliti flussi di coscienza.. di solito mi sento meglio dopo, come svuotata delle seghe mentali che mi affliggono, ma adesso no... non mi sento meglio...

Quindi resterò qui al fresco a pensar alla mia di coscienza, ai miei biscotti rubati, senza più sperare che altri facciano altrettanto... al massimo aspetterò come Linus che aspetta il Grande Cocomero la notte di Halloween, e pensa che forse questa è la volta buona... ma io non ci spero più ormai.

martedì 30 ottobre 2012

We'll be fine

Ieri è stata di nuovo una giornata densa. Non che abbia fatto chissà cosa, ho passato la giornata a leggere articoli accademici e a cercare di copincollare con classe qualche pezzo per la mia tesi.

Però è stata emotivamente densa diciamo; è bastato uno stupido nome sconosciuto a far riemergere certe questioni che sarebbe più saggio abbandonare del tutto, smettere di indagare il perché, il come, il quando, il chi, e farsele scivolare via una volta per tutte. 

Allo stesso modo sentir vivere sulla pelle degli altri una sensazione fin troppo conosciuta, ed essere qui, senza poter fare abbastanza, a condividere anche a distanza le difficoltà che ci straziano, ci allontanano da quello che non vorremmo lasciare, ma allo stesso tempo di avvicinano ad altro. 
Ci avvicinano a capire qual è la cosa giusta da fare, e chissà che prima o poi non saremo in grado di farla. 
E ci avvicinano a raggiungere la capacità di discernere tra quello che abbiamo, cosa vale la pena e cosa no, cosa nasce dalle nostre seghe mentali e cosa è reale. 
E alla fine staremo bene, perché anche dal punto più basso in cui cadiamo, si risale sempre (questa saggezza infusa ormai è diventato il mio mantra). Basta solo crederci e sperare che arrivi in fretta.
Sono già giorni che ci penso, ed è assurdo come le cose risultino più nitide da qua. 
Poi, tra il sapere e il fare c'è sempre il solito abisso. 
Fatto sta che a 2000 km, vi sto sentendo più vicini che mai.

Ok, fine nei pensieri pensierosi, anche perché ho abbastanza il cervello in pappa, quindi torniamo sul "cazzona-style". Domani arrivano i miei e quindi inizierò il babysitteraggio, qualcuno mi conceda una dose infinita di pazienza, perché con quella che mi ritrovo per natura, penso che nessuno sopravviverebbe più di 6 minuti. 
A Helsinki da ieri c'è un vento che fa paura..ok, a me fa paura tutto, ma questo è davvero assurdo!
Ieri sera poi ho dimostrato la mia superiorità da vecchia generazione di collegiale, ora posso ricattare Maior a vita - ed è una sensazione bellissima! - e magari pure lui imparerà a fare meno il picio davanti alla webcam!


lunedì 29 ottobre 2012

Second week - Toinen viikko

Ieri sera volevo lasciare un piccolo post ma ero troppo a pezzi. La biologia non dà tregua neanche in Finlandia, così ho passato la sera in compagnia di Pako (Prison Break), della scimmia e di qualche linea di febbre prima di crollare.

La domenica è passata senza troppi feriti rispetto a quelli pronosticati sabato, ho fatto la brava donnina di casa, sistemato e lavato. Ho avuto il primo approccio con la lavatrice che è stata abbastanza provante; oltre ad avere più della mia età (la proprietaria ha detto circa 25 anni) e avere l'aspetto di quella che era la lavatrice della Nouvelle Cousine di quando avevo 6 anni, ho realmente temuto che decollasse durante la centrifuga. Alla fine è sopravvissuta e ho sventato il rischio allagamento. 

Sono in ufficio che aspetto ispirazione per scrivere la parte teorica della tesi, sta prendendo una piega che non so neanche io se mi piace, Tea si è molto impegnata per aiutarmi a fare una content table decente (al contrario di quanto farebbe qualsiasi professore del Poli), ma ieri ho fatto due conti e ho tipo 4 settimane per farla prima di doverla presentare qui...panico...! 
Quindi mi son alzata con l'intento di essere produttiva al massimo - dopo 5 secondi ero già qui a scrivere...ok magari devo rivedere un po' le modalità!

Mercoledì arriveranno i miei genitori e mi sento già stressata di ritorno, ma almeno ci sarà qualcuno a farmi compagnia, mettiamola così (e a cucinare qualcosa di diverso dai tristissimi monopiatti che preparo io - da quando sono qui ho perso pure la voglia di cucina).

Forse i giorni iniziano a scorrere più velocemente e non posso che esserne felice, ho fretta di fare troppe cose e di vedere troppe persone...vediamo come evolve la settimana, ma mi sento più propositiva, ieri sera nella debilitazione fisica ho fatto una serie di considerazioni che credo mi faranno vivere più serenamente questo periodo qui.

Vi auguro un buon inizio settimana e una buona giornata.

PS. Ho letto che il maltempo imperversa in tutto il NordE, spero che voi stiate bene... qui c'è un cielo serenissimo che manco in primavera si vede a Torino!

sabato 27 ottobre 2012

Finnish karma - Suomalainen karma

Decisamente non è l'umore migliore per scrivere come va in Finlandia. Ci proverò lo stesso.

Dunque è sabato, il weekend è iniziato, yuppi! 
Stamattina ho gironzolato un po' per la città, ho fatto un po' di foto al porto... ieri a pranzo i ragazzi mi hanno detto di stare attenta ai gabbiani che son pericolosi e che ti assaltano se hai del cibo addosso e io me ne son tenuta alla larga (anche senza cibo in mano, nel dubbio)... in realtà ero seduta su una panchina osservandone uno che puntava un gruppo di tre ragazze che pranzavano - spero le assalisse e di poter immortalare il tutto...! E invece non è successo, maledizione, mi sarebbe piaciuto assistere...

E' una giornata strana, come quelle giornate in cui ti alzi e pensi che saranno anonime, che te le lascerai scivolare addosso insieme a un po' di quella malinconia (o di male di vivere poeticamente parlando) di cui non ti liberi, che speri affievolisca di giorno in giorno... non ti aspetti rovesciamenti o scossoni o altro, non ti aspetti che quella malinconia diventi insostenibile... una giornata che ti ricorda come, che ci si creda o no, non si scappa al karma... quindi dopo questa giornata mi aspetto che il karma mi porti qualcosa di strafavoloso in futuro...
E come dice una fonte culturalmente elevata:
"When I get sad, I stop being sad and be awesome instead!"

E quindi niente, sono tornata a casa...e finisce qui il racconto per oggi...
Sì, decisamente, finisce qui.

PS. Se qualcuno vuole venire e portarmi a casa di peso, è benvenuto. O se qualcuno vuole venire, abbracciarmi, e tornarsene a casa (anche a nuoto), sarà ripagato con un dolce alla cannella. 
PPS. Promesso che conterrò i post depressivi/malinconici, lo so anche io che non servono a niente

giovedì 25 ottobre 2012

I hate Cinnamon - Vihaan kaneli

Questa è la premessa. Capiamoci. di solito non accetto nessuna cibaria quando mi viene offerto (da qualcuno con cui non ho confidenza), un po' per schizzinosaggine, un po' per estrema vergogna. 
Oggi mi sentivo lanciata (come direbbe qualcuno) e soprattutto avevo qualche remora di tipo culturale che mi tratteneva da fare la schizzinosa. Che ne so, magari in Finlandia rifiutare un dolce tipico è come non mangiare il Gianduia a Torino (che è un'eresia visto quanto è buono!).

Fatto sta che stamattina, ore 8.30, coffee-meeting del RINE project. 
Outi (la mia seconda biondissima tutor) porta queste  Korvapuusti - brioche (?) tipiche in mio onore, per darmi il benvenuto nel gruppo e bla bla bla. Oggettivamente, era proprio da stronza non accettare! 
Poi all'aspetto non sembravano così terrificanti (anche se l'odore mi lasciava presagire il peggio). 
Ma come sempre, l'abito non fa il monaco. Con la scusa del'aver già fatto colazione riesco a prenderne un pezzo piccolo, nel dubbio. Attendo che tutti sia impegnati ad addentare la loro brioche per assaggiarla (in modo che non potessero vedere smorfie varie involontarie). 
Muoio. 
Per carità, per la gente normale saranno state eccezionali. Io che la cannella non la tollero manco a 10 metri di distanza stavo morendo. 
Tutti mi guardano con fare incoraggiante, io, come le peggio piemontesi, annuisco e sorrido. 
Dai, sono stati stra carini con me non posso fare la stronza! Allora gnam! un altro pezzetto. 
Arrivo alla metà che non ce la fo proprio. Per fortuna gli altri si perdono nei discorsi e non fanno caso al pezzo avanzato. 
Fiu scampata! Che sofferenza!

La giornata procede tranquilla, fiera del mio gesto di sacrificio mattutino. 
Con Tea decidiamo la scaletta della tesi, scheduliamo il lavoro per la prossima settimana etc.
Vi ricordate uno dei ragazzi del mio ufficio, di quelli che non mi parlano? Ecco, lui è l'unico che mi parla (perché è Croato, mica finnicco). E oggi aveva portato una torta. Al cioccolato. Buona! 
Torna dallo stanzino dove sta col suo gruppo di ricerca e mi porta un piattino tutto per me con una fetta di torta. 
Ma che tenero! - penso - almeno mi rifaccio di quella di stamattina. Poi io adoro il cioccolato. 
Do un morso e....

In sintesi, in Finlandia, tutto quello che non è fatto di renna o di salmone è fatto di cannella. Sapevatelo! 

martedì 23 ottobre 2012

Back to school - Takaisin kouluun

Un post giusto per raccontarvi il mio primo giorno di "lavoro". Alla fine non è stato così tragico. Alla fine.
All'inizio è stato come previsto.
Non sento la sveglia e sono in ritardo. Classico.
Pioggia incessante senza ombrello. Classico.
Sbaglio autobus. Classico.
Però azzecco la fermata, e in quel momento mi son sentita bravissima.

Per il resto ho una scrivania enorme tutta per me con vista sul bosco (non chiedetemi quale, qui ci sono boschi a ogni angolo), accesso illimitato allo storage della cancelleria, un pouf dove bivaccare durante la siesta, due biondissime tutor finlandesi stragentili e dei compagni di ufficio discretamente antipatici (di cui una spilungona rossa con la faccia equina che, giuro, mi fa paura e che oggi ha cambiato vestiti 3 volte).

A pranzo mi hanno chiesto se ho già imparato qualche parola. Da brava scolaretta ho ripetuto quelle poche che so e mi han detto che ho un ottimo accento. In totale le parole sono 5 - però dette bene!
Il lavoro deve ancora entrare nel vivo, per ora leggo articoli da cui trarre libera ispirazione - copincollare - per la mia tesi. Tea (la mia bionda tutor n.ro 1) mi ha prospettato l'ipotesi di una collaborazione anche oltre la mia permanenza, oltre che la pubblicazione del mio lavoro, cosa che mi ha fatto emozionare quanto terrorizzare!

Il momento di panico più grande della giornata però è stato tornando dall'università: davanti al banco frigo del supermercato, con tipo 153 tipi diversi di panna/yogurt/latte, individuare quella giusta. 
E ovviamente non l'ho fatto. Ho chiesto alla prima signora che passava di consigliarmene una e via. Non era così male, in fondo.

Ora sono sola nella mia cameretta e ovviamente sta per assalirmi la nostalgia serale di cui soffro tipo da quando sono partita. Cercherò di cacciarla via con un po' di VirginRadio (o di finlandese, a scelta); non pensando a come tutto scorra, o almeno, come a Torino tutto scorra tra il Poli, il collegio, le feste e le partite della Juve. 

E di come qui invece resta tutto immobile. Cioè, resto.

lunedì 22 ottobre 2012

Tässä tulevat aurinko - Here comes the sun

Dopo tre giorni di pioggia e di grigio, giusto per non sentire troppa mancanza di Torino, finalmente stamattina mi sono svegliata con il sole alla finestra! (sì perché qui tra le altre cose non esistono tendoni o tapparelle di nessuna natura, basta affacciarsi per vedere cosa fa il vicino in casa propria dai mega finestroni che circondano le case, fossimo in Italia la gente passerebbe le ore a farsi i fatti altrui!)
Il sole mi ha fatto diventare propositiva, dopo giorni a battere i denti esco lanciatissima a godermi un po' di calore -------- è tutto un bluff! Un freddo tremendo! Immensa delusione a parte, mi bardo per andare in centro.

E' il momento per mio fratello di partire, da oggi sono sola, io e il mio peluche a forma di scimmia.

Nel mio palazzo c'è un ragazzo che da giorni lavora delle assi di legno, assomiglia vagamente a Muciaccia, o almeno, alla versione finlandese di Muciaccia (cioè biondo con gli occhi azzurri), sono quasi sicura che stia costruendo una slitta. Volevo quasi chiederglielo. Poi ho pensato che non sarebbe stato carino mi avesse risposto "No è un attaccapanni" e ho tirato dritto rimanendo nella mia illusione.


Oggi poi è stata la volta dell'abbonamento ai mezzi. Incubo e salasso. La GTT sembra quasi una benedizione (poi basta prendere il 18 per cambiare idea). Con non poca fatica faccio tutti i documenti all'ufficio trasporti e prendo una mappa dei mezzi per tornare a casa. 
Ok, mappa con linee blu e puntini e numeri. 
Tanti punti. Tanti numeri. Una linea blu. 
Fantastico, non si capisce una cippa!
Riesco a ricordare il numero del bus per tornare a casa e vado alla fermata ad aspettarlo. Ovviamente alla fermata sbagliata. Mi sposto (me e la spesa che intanto ho fatto nel supermercato più figo del mondo, una fusione di Eataly - che odio - e di Ipercoop - che amo) e finalmente salgo. 
La tessera passa, la luce verde si illumina, mi siedo, aspetto la fermata e mi appresto a scendere. Ottimo, non ho neanche sbagliato fermata, sono fiera di me!
Unica postilla, prima che il bus si fermi mi squilla il telefono; Marco vuole dirmi che è arrivato in aeroporto. Rispondo. Tutto il pullman si gira a guardarmi (male).

Sarà che forse qui non si può usare il telefono in luoghi pubblici? 
O sarà che qui la gente non è abituata a parlare (un indizio può essere camminare in Aleksanterinkatu - la via Roma di Helsinki - e trovarla completamente silenziosa)? 
O sarà che da buona italiana, sono una casinista fatta e finita? (giusto per non smentire i luoghi comuni!)

Ultima cosa, sono stata felice di notare che qui i piccioni non esistono ma solo qualche corvo nero(allegria!). Sarà che fa troppo freddo pure per loro. 
In compenso ci sono dei gabbiani grossi come dei tacchini, ragazzi mi fanno  realmente paura! Al mercato del porto quando ti fissano come per dire "E mo' ti magno!" (Ja nyt syön sinut! - perché giustamente parleranno finlandese)  ho seriamente paura di essere attaccata. 
Il giorno in cui comprerò un pesce inizierò a correre prima che mi stacchino via una mano!

domenica 21 ottobre 2012

IFK voima! - Go IFK!

Sono a Helsinki da neanche 24 ore e già mi immergo in una delle occasioni in cui maggiormente si percepisce lo spirito di una città del nord: la partita di campionato della squadra di hockey.
Pioggia, freddo e 45minuti di attesa davanti al portone a parte, siamo entrati in un'atmosfera tutta nuova per me. Tantissime persone con la maglia o la sciarpa della IFK che si intrattengono ai pub dietro gli spalti prima dell'inizio della partita, che bevono tranquillamente con i tifosi della squadra avversaria (cosa da noi forse inconcepibile). A condire il tutto, oltre a fiumi di birra, qualche stand di merchandising (da cui porto a casa un dischetto da hockey) e rivenditori di popcorn (a cui ben volentieri attingiamo prima dell'inizio dello spettacolo).

La partita ha inizio. Dopo 20 minuti ancora non succede niente. Intervallo. Riprende il secondo tempo. Ancora niente di che. Inizio ad annoiarmi. Mi ricordavo l'hockey come uno sport un po' più emozionante. 
Come non detto, in tempo zero iniziano a darsele di santa ragione. 
Ecco, di questo parlavo! 
Mazze che volano, gente spalmata contro i vetri, dischetti lanciati sulla folla, cori da stadio. 
Oh, finalmente un po' di azione! 
A un certo punto ci sembra quasi di capire le urla dei tifosi - qualcosa del tipo "Spezzalo!", probabilmente (forse la parola non era quella ma il tono era credibile!).

I poveri Pellicans perdono abbastanza miseramente, 4 - 1, gli arbitri attribuiscono i punti dubbi in base a quanto rissosi sono i tifosi (e a una rapida stima delle possibilità di uscire vivi dallo stadio in caso contrario).

Una domanda mi assilla per tutti i 145 minuti di partita: ma perché la squadra finlandese dovrebbe avere un puma come mascotte?! Una renna sarebbe stata più a tema penso!

A fine partita la mia idea è che questi dell IFK siano un po' i 'gobbi' della città - a buon intenditor poche parole!