martedì 27 novembre 2012

Fiocchi di neve all'orizzonte

Si suppone che io sia in ufficio a scrivere la tesi e riscrivere le interviste. Inutile dire che ho una voglia pazzesca di lavorare. No, in realtà è che sono un po' uno straccetto oggi e vorrei solo tornarmene sotto il piumone, quindi mi auto-giustifico e mi concedo un po' di cazzeggio. Non so neanche che scrivere. Boh. Le uniche cose che ho in testa non possono essere esposte perché ho segretamente siglato un Non Disclosure Agreement col mio cervello, per il bene di tutti. Quindi rimane il resto. 
Ieri ho fatto la mia prima intervista da sola. Risultato? Due manager dell'R&D poco simpatici, un'indagine compilata alla cazzo e un cellulare distrutto. Eh già, perché  come sempre, sono il solito genio. Perché non controllare che effettivamente ESISTA una mensola sopra i tubi del guardaroba invece di appoggiarci direttamente il mio GalaxyAce e vederlo cadere nel vuoto dall'altezza di 2 m fino a sfracellarsi contro il tubo inferiore? Perché così è più divertente, ovvio. Cioè, il karma non si supponeva dovesse ricompensarmi anziché infierire? Non è già abbastanza? Evidentemente no!

Comunque mi sono venute in mente altre abitudini finniche di cui non vi ho ancora resi partecipe. In particolare una che ha sconvolto sia me che Marco quando è venuto qui. 
La gente qui con molta disinvoltura sputa per terra. Ma ripetutamente eh. 
La prima volta pensavamo fosse qualche tamaretto, un po' come quelli di Torino per intenderci, ma poi abbiamo visto più e più persone quindi penso sia una cosa un po' più diffusa. Io sono rimasta un po' schifata effettivamente. Poi magari sto facendo inferenza semi-statistica basata su un campione di popolazione poco rilevante (sì, scrivere la tesi mi sta dando un po' alla testa) però l'evidenza empirica c'è.

Oggi ho comprato uno dei reflector che qui han tutti per evitare di farmi investire. Sono stra-orgogliosa  del mio; anziché fare quella banale che se lo compra di Angry Birds perché qui non sei abbastanza finnico se non hai un portachiavi-portacellulare-reflector-qualsiasialtracosa con gli Angry Birds. Poi io sono una persona seria, mica posso andare in giro con attaccato una roba con un piccione rosso su, no? 
Quindi molto dignitosamente ho preso un bellissimo...fiocco di neve! Probabilmente penseranno che l'ho rubato a una bambina di 5 anni, ma poco importa!

A proposito, ieri ero sul bus e una bambina stava cantando - urlando - la canzoncina dell'alfabeto inglese. La stessa che insegnavano a me quando ero piccola, tipo a 9 anni, e imparavo l'inglese per la prima volta. 
Che bella coincidenza. La Finlandia come l'Italia, che tenerezza. 
Non fosse che la bambina avrà avuto 5 anni e non avrà manco fatto le scuole elementari. 
Ecco spiegato perché tutti qui parlano da Dio l'inglese e io ancora sbaglio i tempi e i plurali durante le interviste. Grazie Italia!

mercoledì 21 novembre 2012

Only the Bunnies

Partiamo col dire che oggi non è stata una gran giornata.
Adesso, mettendomi sul letto e ripensandoci non saprei neanche da dove cominciare a parlare. Parlare poi di cosa? 
Di come oggi alcune persone hanno di mostrato di essere veramente misere intellettualmente, e umanamente. 
Di come io debba smettere di farmi ferire da parole scagliate con ostilità solo per il gusto di farlo. 
Di come mi sento impotente davanti a 'colpe' che mi vengono attribuite pur non avendo fatto nulla per provocarle.
Di come odio le persone che si spalleggiano solo perché non sono in grado di affrontare le questioni personalmente. 
Di come mi sento male all'idea che le persone pensino male di me, anche se queste persone valgono meno di zero nella mia vita. 
Di come mi stupisco di quanto riesco a parlare e mantenere la diplomazia quando in realtà sono in bilico tra le lacrime e la rabbia e vorrei solo urlare (devo averlo imparato nel corso della storia). 
Di come non riesco a essere del tutto superiore e lascio che l'orgoglio risponda a tono, quando dovrei semplicemente andare avanti per la mia strada. 
Di come sono dispiaciuta dall'idea che una persona dopo anni possa "schierarsi" dall'altra parte. Di come sono dispiaciuta dal non poterlo sapere. 
Di come non dovrebbe più importarmi, di come invece intravedo ed equivoco spiragli di apertura che, erroneamente come sempre, penso siano per me. 
Insomma, non è stata una giornata molto costruttiva, anzi. 
Ho pure scritto 10 righe in tesi. in tutta la giornata. 
Devo darmi un'anda, porca merda! (scusate il piemonte-francesismo)

Per fortuna ci sono stati ritagli di momenti in cui sono riuscita a evadere da questi pensieri. Una chattata di prima mattina con la mia ex-matricolina preferita, una chiamata col mio boss e col mio ex-compagno di scrivania preferiti, una messaggiata con l'amica di sempre e una con l'amica della vita.
Insomma, segnali positivi, no?

Per smettere di parlare di cose deprimenti, vi rendo partecipi di una cosa. 
Oggi ho capito una 'strana' usanza dei Finnici. Ho notato che molti hanno dei "cosi" tipo adesivi o fascette o oggetti vari catarifrangenti (una volta avrei detto caRtariNfrangenti - mi è sempre piaciuta la riNdondanza delle consonanti) e all'inizio pensavo fosse tipo una moda dato che più di metà sono di sti ca**o di Angry Birds che si trovano in ogni angolo della città, poi li ho notati addosso ai ciclisti (insieme alle pettorine fosforescenti da addetti ai lavori). Oggi li ho notati su tutti quelli che prendevano l'autobus e mi son detta, perché un pedone dovrebbe mettersi 'sta roba addosso?
Come sono scesa dal bus un ciclista un po' troppo lanciato mi stava per investire in pieno perché  ovviamente, non mi aveva visto.
Ecco, ora so il perché delle "robe" catarifrangenti. 

NB. C'è da dire che qui a Helsinki badano un po' al risparmio energetico riguardo all'illuminazione pubblica (anche perché col buio che fa spenderebbe capitali per illuminare la città a giorno); non fosse la città più sicura di Europa avrei quai paura a camminare sempre per strada al buio (e non è detto che non ce l'abbia a volte!).


La cosa bella del buio è che fa spuntare fuori i conigli (penso che per la città siano una piaga, tipo le locuste, ma per me sono così teneri!); lunedì mattina alle 6 del mattino tornavo a casa e ne ho visti due che zompettavano allegramente davanti al portone. 

Uno è scappato via mentre l'altro si è fermato, forse spaventato da me. Quello che stava andando via allora si è fermato, si è girato come a vedere se il compare era in difficoltà, è tornato indietro a prenderlo e insieme sono zompettati via. 
Momenti di tenerezza alle 6 del mattino a Helsinki. 
Sono anche queste le cose che migliorano le mie giornate. 

PS. D'ora in poi il mio nuovo soprannome sarà "funghetto"; non credo volessero farmi un piacere dicendomelo, ma, vi dirò, a me piace! :)

sabato 17 novembre 2012

People - Ihmiset

Oggi ho incontrato per la prima volta un finlandese socievole. Cosa rara. E' tutta la settimana che osservo come si comportano e sono arrivata alla teoria che sono proprio un mondo a parte. Una società a parte.
Eravamo al porto, io e Betty, e stavamo chiacchierando durante il pranzo in uno di quei baracchini che cucinano salmone e renna sulle piastre giganti e questo signore dal tavolo affianco ci guarda sorridendo e fa "Voi parlate italiano! Ciao! Io parlo spagnolo! Ma sono finlandese! Arrivederci!"
A parte un attimo di perplessità iniziale (la logica che connette le frasi mi sfugge un po'), ho pensato che è veramente la prima volta che ho visto un "autoctono" così espansivo.
Non è per parlare per i soliti luoghi comuni, Ma qui sono freddi. Cavolo. Hanno delle convenzioni sociali molto diverse dalle nostre. Vi faccio degli esempi.

Andiamo a pranzo con i colleghi, ci vengono a chiamare e andiamo in mensa. Ci si preoccupa di mettersi in tavoli dove ci sia posto per tutti. Poi ci si siede e si mangia. Senza aspettare che gli altri arrivino e senza dirsi buon appetito (che è la cosa che più mi ha sconvolto!). 
Si finisce di mangiare, si va a depositare il vassoio e smistare le posate, si torna verso l'ufficio...e non è che ci si aspetta o altro, ognuno va lanciato, entra e se ne va nella sua parte di corridoio, la maggior parte delle volte senza salutare. 
E qui non è considerato maleducazione  è proprio che non ne sentono il bisogno, probabilmente. 
Così come quando se ne vanno nel tardo pomeriggio e non passano a salutare. 
Così come se ne stanno seduti alla loro scrivania in solitaria, ognuno per i fatti suoi, chi ce l'ha si chiude nel proprio ufficio tirando pure le tende che danno sul corridoio. 
A me sembra eccessivo.

Sull'autobus regna il silenzio. Solo i bambini introducono un po' di inquinamento acustico (per fortuna i pupi sono uguali ovunque) se no ognuno se ne sta zitto a fissare fuori, senza neanche leggere o ascoltare musica. Allo stesso tempo poi non esiste minimamente che qualcuno ti lasci passare prima per scendere dal bus, ognuno tira dritto per la sua strada (e ti passano ampiamente sui piedi senza troppi scrupoli).

Ed è strano visto quanto sono gentili e disponibili. I miei colleghi sono sempre pronti a darmi una mano, a darmi informazioni su qualsiasi cosa, a pranzo stimolano la conversazione...ma per il resto, finisce lì, ognuno poi ha la sua vita che non viene minimamente condivisa. 
E' l'incarnazione dell' "Ognuno per sé, Dio per tutti".
Mi fa così strano. E li invidio un po'. Per questa capacità che hanno di starsene bene da soli, di non aver bisogno di manifestazioni di affetto o di interesse esplicito. 
Ma allo stesso tempo mi ci sento realmente a disagio. Non so. Sarà che sono abituata a persone più "calde" e coinvolgenti. 
Sarà che per 'motivi storici' non sono portata a fidarmi delle persone fredde.

Però abbiamo fatto passi avanti. Il mio biondo dirimpettaio in ufficio (la versione finlandese di Enrico?!) ha fatto progressi. Di solito arriviamo la mattina e ci salutiamo con un "Good morning" se presi bene, "Hi" in caso contrario. 
Alle 17(o 16) quando andiamo via ci si limita a un "Bye" distratto o addirittura a un "Bye bye" con un po' più di trasporto. 
Ma venerdì si è superato. Oltre al classico bye bye, si gira e fa "Have a nice weekend!"...record mondiale, lo volevo abbracciare quasi. 
Ok, ora che mi ha detto 'ste quattro parole in più probabilmente non mi saluterà per due giorni, così, per mantenere la media!

domenica 11 novembre 2012

Più renne per tutti

Rieccoci qui. Questo weekend ho fatto per l'ennesima volta la turista, e il prossimo sarà lo stesso; ormai sono bravissima a fare il tour del centro città. 
Si parte dalla stazione a Rautatientori, si prosegue sull'Esplanadi fino al porto, deviando per Alexsaterinkatu osservando gli artisti di strada, si passeggia tra le bancarelle del Kauppahalli, si sale fino alla cattedrale di Uspenski per poi riscendere fino alla Cattedrale simbolo di Helsinki di cui ancora non ho imparato il nome. Si pranza al mercato del Kauppatori dove si becca gli unici due italiani (poco tamarri eh) incontrati da quando sono qui. E qui succede la prima svolta.
Dopo tre settimane abbondanti in Finlandia, dopo averne parlato ed aver evitato la cosa... ho assaggiato le polpette di renna! E per quanto vorrei poter dire il contrario...sono proprio gustose! Non fosse che mi son messa quasi a piangere mangiandole, direi che è un'esperienza d'obbligo per chi passa di qui; alla fine la questione è tutta psicologica, se Babbo Natale facesse trainare la slitta da un bel paio di maialini volanti, probabilmente piangerei anche mangiando le braciole!


Ieri poi gita a Tallinn, approfittando della vicinanza geografica e della comodità di mezzi per raggiungerla; non ci fosse stato il problema di non sentire la sveglia e alzarsi all'ora in cui si sarebbe dovuti essere fuori di casa, prepararsi in 7 minuti per chiamare un taxi e correre al porto, arrivare sulla nave e addormentarsi sulla prima poltrona libera, forse sarebbe stato meglio, ma alla fine si è sopravvissuti ugualmente. 
A Tallinn, sembra di immegersi in una città cristallizzata nel Medioevo, almeno la parte turistica della Old town; di prima mattina una città quasi fantasma che poi man mano si popola e si iniziano a scoprire i pub (in cui servono birra a tutte le ore del giorno), le torterie con mille dolcezze tipiche in cui andare a ripararsi dal vento che non dà tregua neanche in Estonia (pensavo fosse una prerogativa finlandese, a quanto pare anche se più a Sud, il freddo si sente tremendamente bene anche lì), le chiese (quelle non mancano mai!) che sembrano fatte di panna - sì come il Cremlino - , i negozi di souvenir con tutte le matrioske in vetrina che ti fissano in modo inquietante. 
L'unico museo che ci tenevo a visitare era quello del KGB ( curiosità instillata leggendo su tripadvisor). Ma da brava ingegnera ho avuto la brillante idea di fare una grande X sulla mappa anzichè scrivere l'indirizzo; totale: io non sapevo arrivarci e la gente del posto non sapeva manco che esistesse!

Inoltre mi è stato portato qualche "pezzetto" di Italia: tarallini direttamente santeramesi (?), caramelle frizzanti alla cola (che qui non so come fanno a non avere in mezzo ai mille mila tipi di dolci) e una cornice con una foto grandangolare di Piazza Vittorio, dalla Mole alla Gran Madre prendendo il monte dei Cappuccini... lo scopo era farmi sentire più vicina a casa, il risultato sono stai fiumi di lacrime! 
Diciamo che la nostalgia di casa inizia a essere forte...ma alla fine 'casa' è dove ci sono le persone che compongono la mia 'famiglia' in senso lato, e che anche qui riesco a sentire presenti, almeno con il pensiero, ognuno a modo proprio.

Per la felicità di molti  - in particolare una bevitrice di birra con la cannuccia - concludo con una foto particolarmente richiesta alla mia partenza (il naso ce l'ho pure e si illumina, ma lasciatemi mantenere un po' di dignità!). Mi ricorda un po' una festa di natale al quarto piano di 3 anni fa, in quel periodo di passaggio di molte cose, dalla vecchia famiglia einaudina alla nuova, dalla vecchia me alla nuova me. Chissà se in futuro anche questa mi ricorderà un'ulteriore evoluzione. Probabilmente quella in renna. Speriamo però non in polpetta.

mercoledì 7 novembre 2012

Have a nice day - Hauskaa päivän jatkoa

Mi sono alzata col sole. Dopo giorni di grigiore depressivo e di pioggia e di vento, finalmente un buon risveglio. Dai - ho detto - oggi potrebbe essere una bella giornata. 
Metto le converse perché mi sento stranamente positiva, arrivo in ufficio, mi siedo alla scrivania, guardo ancora la finestra piena di speranze per il nuovo giorno, leggo il giornale, Obama ha vinto, siamo tutti felici; sì è decisamente una bella giornata.
Chiudo la pagina internet, rialzo lo sguardo alla finestra prima di mettermi al lavoro... sta nevicando.

Inizio a scrivere questo post per rendervi partecipi... riguardo la finestra... c'è il sole.

Ora ditemi se è un posto normale questo...!
Buongiorno!

NB. ho formattato e sto per pubblicare il post...e nevica col sole...non è possibile, devo essere finita a Narnia.

lunedì 5 novembre 2012

Creepy dark gloves - Kammottava pimeä käsineet

Non so se ho visto troppi film, ma a me le persone - uomini in particolare - con i guanti di pelle nera mi fanno una paura terribile. E' più forte di me; e qui è pieno, sembra di essere in un film horror! Guardo un ragazzo, può anche sembrare la persona più buona e carina del mondo, ma se dopo vedo che ha dei guanti del genere, ecco allora mi accorgo che sì, c'è qualcosa di strano nello sguardo, nel modo in cui si muove o alza il sopracciglio... è sicuramente un killer!
Ok, ammetto che io sono abbastanza impressionabile. Ogni volta che faccio la doccia ho paura a riaprire la tenda temendo di vedere una qualche mannaia all'orizzonte. Eppure il mio cervello sa che sono paure infondate; come anche lo stare da sola in questa casa tutta scricchiolante, con gli altri condomini che fanno traslochi e trapanano a tutte le ore del giorno - ma soprattutto - della notte. Il succo è che sono una fifona. Ma di questo avevo già preso atto da tempo! Da brava fifona oggi ho fatto una delle mie solite cazzate. 
E' come buttarsi metaforicamente senza paracadute di scorta sperando che vada bene. E invece mi sono sfracellata, olè! Per fortuna qualcuno silenziosamente mi ha dato un paracadute di scorta, e non sapendo bene come può andare a finire, per ora me lo tengo. 

Parlando invece di cose finniche, i miei sono stati caricati sul taxi stamani all'alba e mi ritrovo di nuovo nella mia Fortezza della solitudine (cit.); nell'ambito delle mie manie compulsive ho recuperato - su gentile concessione di vicine di casa varalline - un corso di tedesco per approfondire il già compulsivo corso fatto ad aprile. Magari stavolta mi servirà a qualcosa (dato che sono finlandeserepellente e non ce la faccio proprio a ricordare una cippa di questa lingua barbare) e imparerò a dire qualcosa di più che "Mein Lieblingsessen ist pizza".

Con altri colleghi (gli unici under 30 probabilmente) stiamo stati incaricati di organizzare il Christmas Party del dipartimento, e qui non si parla mica di cene o bevute insieme, sono intere giornate insieme che includono partite di paintball fosforescente, lezioni circensi di giochi col fuoco, sauna, discussioni su temi 'seri' con momenti per il 'fun'(non abbiamo ancora capito si suppone che sia) e cena. 
Insomma, qui sanno come svagarsi! Dovrei proprlo anche in BDM.....sì, certo! Cercherò di importare queste buone abitudini anche da noi.

Negli ultimi giorni mi è capitato spesso di dire o pensare al modo di dire "Ognuno raccoglie quello che semina" dal punto di vista 'sociale'; ho avuto la prova di essere riuscita un po' a seminare qualcosina e di essere stata seminata (che brutta immagine!) altrettanto. Sono fiera di vedere una persona alla cui crescita penso di aver contribuito negli ultimi - gulp! - 11 anni,  finalmente avere il coraggio di fare una scelta da cui fino a un anno fa sarebbe scappata a gambe levate, con la convinzione di una persona adulta e non più di una ragazza affetta dalla sindrome di Peter Pan (per cui tutti ti adoriamo, ovviamente!). 
Spesso ci vuole tempo per vedere se effettivamente i rapporti in cui abbiamo investito sono sterili o meno, alcuni per un po' sembrano dare buoni segni, ma sono solo dei 'falsi positivi', e altri più lentamente invece riescono a crescere e te ne accorgi quando meno te l'aspetti. 
A volte invece perdiamo quei rapporti che erano stati seminati bene, un po' perché le strade divergono, un po' perché stando troppo vicini c'è il rischio di soffocarsi a vicenda; rimane qualcosa, un qualcosa di condiviso che ci portiamo dentro comunque. 

E niente, questa dei semi è una considerazione quasi felice(incredibilmente!) che volevo condividere con voi, stare a distanza mi fa vedere meglio anche queste cose, anche se, lo so, divento ripetitiva, ma qui ho molto modo da riflettere e questa è la conseguenza (ok, speriamo che mi trovi presto qualcosa da fare!).

La morale di oggi quindi è: 'seminate' quanto potete perché in ogni caso ne varrà la pena, fate feste di natale spettacolari e soprattutto...non usate mai guanti di pelle nera se volete sembrare simpatici!

venerdì 2 novembre 2012

Paese che vai, bronchite che trovi

Devo capire bene qual'è il mio problema. Cioè, tra i mille che ho - psicologici, emotivi, fisici - perché sono sempre malata? Saranno due mesi che non respiro come potenzialmente potrebbero fare i miei giovanissimi e sanissimi - coff coff - polmoni. Ormai la Tachipirina (o Tachipiriña per essere più esotici) è la mia migliore amica,  recentemente si è aggiunto il Fluimucil al party, olè!
Ormai mi sono rassegnata. Almeno avere un principio di bronchite nell'inverno finlandese è un po' più adeguato che averlo nell'autunno torinese, almeno ha più senso.

Sono due giorni che vado a lavoro e non concludo tendenzialmente una cippa. Male. Giovedì ho fatto per la prima volta un'intervista qui, è stato difficile perché non sono concentrata come dovrei, avevo paura, ansia da prestazione, senso di inadeguatezza - il solito insomma - e già normalmente mi impanico; farlo in inglese è stata veramente un'impresa, ma alla fine me la sono cavata, anche grazie al supporto più o meno a distanza di qualcuno - pochi ma buoni.

Ho ricevuto in separata sede - dato che questo blog si rifiuta di pubblicare i commenti del sig. Fullin - dei feedback sul mio precedente post e la conclusione è che sono io che non sono normale. Forse aver vissuto sulle montagne ha influito un po' sulla mia visione del mondo. Quindi mi adeguerò e cercherò di fare meno la "Heidi" della situazione. 

Il babysitteraggio dei genitori procede bene, gli ho insegnato a prendere l'autobus, mamma si ostina a parlare italiano alla gente agitando cose in mano - come se il verbo "vidimare" fosse vagamente comprensibile a un autoctono finnico. Mio padre insiste sul fatto che dovrei cercare lavoro qui... però accetterebbero volentieri anche una meta più vicina, che so, la Germania!

Continuo a ricevere notizie dall'Italia, di quello che fate nelle vostre vite (più o meno di tutti, almeno, chi sceglie di condividerle con me), del collegio... sono un po' disappointed per alcune questioni e preoccupata per altre, speravo in trasferimenti post-laurea che con molta probabilità non avverranno, e in alcuni non-trasferimenti post-laurea che forse avverranno; non che io possa essere una variabile decisionale in entrambi i casi... anzi, nel primo forse, nel secondo probabilmente non lo sono mai stata.

Con oggi sono due settimane che sono qui, e mi sembra un'eternità. Natale mi sembra lontano anni luce e mi piange il cuore al'idea di perdermi l'atmosfera che permea Torino in questo periodo - il mio preferito - quello in cui attendi speranzoso qualcosa. Da piccolo erano i regali. Da grande quello che attendo è di poter stare un po' di tempo, pochi giorni, o poche ore, con la mia famiglia, i miei fratelli, le mie cognatine, le mie amiche di sempre. Natale è un eterno ritorno e mi piace attenderlo come quando ero piccola, carica di emozioni; addobbare casa (e il collegio), pensare ai regali, quest'anno sarà diverso.

Inizio quindi a sentire fisicamente la mancanza di Torino - dalle strade, al collegio, all'ufficio persino! - ma mi sto abituando man mano a questa routine un po' più solitaria, ho quasi paura che quando tornerò non saprò più stare in mezzo alla gente. 
Cerco di far tesoro di tutto quello che posso imparare qui per poterlo riportare indietro, per poter dire "Sì, quest'esperienza mi ha fatto crescere"; inizio a pianificare e pensare razionalmente al futuro, al mio futuro senza nessuna influenza - nel bene e nel male - e l'idea di avere fin troppe possibilità mi terrorizza!

Questa settimana è passata relativamente velocemente, come è passato velocemente il mese di luglio qualche tempo fa... all'inizio ogni secondo sembra eterno, ti senti spettatore di una giornata che procede al rallentatore...ma è giusto il tempo di abituarsi al nuovo status quo... perché poi vale la solita regola, se lo fanno gli altri - dico abituarsi - perché io non dovrei ? Quindi si va avanti, guardando dritto e cercando di scacciare tutto quello che non è coerente con questo nuovo cammino. Ognuno ha scelto - o si è imposto - il proprio e le persone da metterci.  


Come dice sempre mia mamma - i buoni detti pseudo siculi importati al norde che adoro - "Chi lascia la vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova". Già. 
L'importante quindi è non guardare indietro. Perché quando hai il dubbio di essere sulla strada sbagliata, di essere finito dalla padella alla brace, se ti guardi indietro è finita. 
Ma è anche vero che quando ti accorgi che realmente sei sulla strada sbagliata, sei già a un passo dal trovare quella giusta. Basta accorgersene... e muovere il culo!