sabato 17 novembre 2012

People - Ihmiset

Oggi ho incontrato per la prima volta un finlandese socievole. Cosa rara. E' tutta la settimana che osservo come si comportano e sono arrivata alla teoria che sono proprio un mondo a parte. Una società a parte.
Eravamo al porto, io e Betty, e stavamo chiacchierando durante il pranzo in uno di quei baracchini che cucinano salmone e renna sulle piastre giganti e questo signore dal tavolo affianco ci guarda sorridendo e fa "Voi parlate italiano! Ciao! Io parlo spagnolo! Ma sono finlandese! Arrivederci!"
A parte un attimo di perplessità iniziale (la logica che connette le frasi mi sfugge un po'), ho pensato che è veramente la prima volta che ho visto un "autoctono" così espansivo.
Non è per parlare per i soliti luoghi comuni, Ma qui sono freddi. Cavolo. Hanno delle convenzioni sociali molto diverse dalle nostre. Vi faccio degli esempi.

Andiamo a pranzo con i colleghi, ci vengono a chiamare e andiamo in mensa. Ci si preoccupa di mettersi in tavoli dove ci sia posto per tutti. Poi ci si siede e si mangia. Senza aspettare che gli altri arrivino e senza dirsi buon appetito (che è la cosa che più mi ha sconvolto!). 
Si finisce di mangiare, si va a depositare il vassoio e smistare le posate, si torna verso l'ufficio...e non è che ci si aspetta o altro, ognuno va lanciato, entra e se ne va nella sua parte di corridoio, la maggior parte delle volte senza salutare. 
E qui non è considerato maleducazione  è proprio che non ne sentono il bisogno, probabilmente. 
Così come quando se ne vanno nel tardo pomeriggio e non passano a salutare. 
Così come se ne stanno seduti alla loro scrivania in solitaria, ognuno per i fatti suoi, chi ce l'ha si chiude nel proprio ufficio tirando pure le tende che danno sul corridoio. 
A me sembra eccessivo.

Sull'autobus regna il silenzio. Solo i bambini introducono un po' di inquinamento acustico (per fortuna i pupi sono uguali ovunque) se no ognuno se ne sta zitto a fissare fuori, senza neanche leggere o ascoltare musica. Allo stesso tempo poi non esiste minimamente che qualcuno ti lasci passare prima per scendere dal bus, ognuno tira dritto per la sua strada (e ti passano ampiamente sui piedi senza troppi scrupoli).

Ed è strano visto quanto sono gentili e disponibili. I miei colleghi sono sempre pronti a darmi una mano, a darmi informazioni su qualsiasi cosa, a pranzo stimolano la conversazione...ma per il resto, finisce lì, ognuno poi ha la sua vita che non viene minimamente condivisa. 
E' l'incarnazione dell' "Ognuno per sé, Dio per tutti".
Mi fa così strano. E li invidio un po'. Per questa capacità che hanno di starsene bene da soli, di non aver bisogno di manifestazioni di affetto o di interesse esplicito. 
Ma allo stesso tempo mi ci sento realmente a disagio. Non so. Sarà che sono abituata a persone più "calde" e coinvolgenti. 
Sarà che per 'motivi storici' non sono portata a fidarmi delle persone fredde.

Però abbiamo fatto passi avanti. Il mio biondo dirimpettaio in ufficio (la versione finlandese di Enrico?!) ha fatto progressi. Di solito arriviamo la mattina e ci salutiamo con un "Good morning" se presi bene, "Hi" in caso contrario. 
Alle 17(o 16) quando andiamo via ci si limita a un "Bye" distratto o addirittura a un "Bye bye" con un po' più di trasporto. 
Ma venerdì si è superato. Oltre al classico bye bye, si gira e fa "Have a nice weekend!"...record mondiale, lo volevo abbracciare quasi. 
Ok, ora che mi ha detto 'ste quattro parole in più probabilmente non mi saluterà per due giorni, così, per mantenere la media!

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